Matthew, ormai declassato a “semplice” tempesta tropicale, si muove verso l’oceano atlantico settentrionale, eludendo ancora una volta tutte le previsioni degli scenari probabilistici che vedevano quasi certo un nuovo ripiegamento verso sud. In queste ore, passato il peggio, inizia il conteggio dei danni e, purtroppo, delle vittime.
Le ultime notizie riportano almeno 877 morti ad Hahiti, dove l’uragano è passato ormai più di 2 giorni fa, prima di fare definitivamente landfall e perdere potenza sulla east coast.
Per farsi un’idea della potenza associata sia alle piogge che alle raffiche di vento si può dare un’occhiata al video seguente, registrato all’interno dell’aereo di ricognizione che ha penetrato l’uragano per effettuare misurazioni al suo interno.
Notate il passaggio da condizioni molto turbolente, nell’eyewall, alla calma assoluta che si trova invece nell’occhio dell’uragano.
L’animazione delle immagini radar che vi proponiamo di seguito mostra l’intensità associata alle piogge che hanno insistito per ore sulla east coast, a causa della convergenza di aria umida, proveniente dalla circolazione associata all’uragano, e quella più secca e fredda presente sul continente.
Ingenti i danni dovuti a queste precipitazioni, anche se negli stati uniti le vittime sono state molte di meno (si parla di meno di una decina). Di seguito alcune fotografie scattate proprio sulla costa est degli stati uniti,
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