Una settimana fa mentre Matthew imperversava sulla east coast qualche centinaio di chilometri più ad est si formava Nicole, un modesto uragano di categoria 1. Nel giro di pochi giorni Nicole ha sfruttato l’energia fornita dalle acque calde dell’Atlantico per diventare un sistema di categoria 4, passando nei pressi delle Bermuda.
Ma l’avventura di questo particolare sistema tropicale non è finita qui. Nicole ha continuato a spingersi ulteriormente verso nord, portandosi a latitudini decisamente inusuali per un uragano, oltre il 40° parallelo. L’ultima animazione delle immagini satellitari mostra come il sistema, ormai declassato ad un uragano di categoria 1, continui a produrre temporali abbastanza organizzati attorno ad un occhio centrale.
Il grafico sottostante individua la posizione del sistema, che si trova ancora su acque abbastanza calde, con temperature superficiali comprese tra i 23 ed i 24°C. La pressione al centro del sistema raggiunge un impressionante minimo di 972 hPa secondo le ultime rilevazioni. Abbiamo volutamente sovrapposto la temperatura superficiale del mare (colori) per provare a spiegare come Nicole possa essersi spostato così a nord, pur mantenendo una certa intensità. Sembra infatti che il sistema abbia sfruttato una vera e propria “lingua” di acque più calde del normale che si estende verso nord fin sopra Terranova.
Questo, unito all’energia ormai incamerata nel sistema tropicale e alla presenza della tipica alta pressione (H) delle Azzorre sull’Atlantico, costringerà Nicole a muoversi ulteriormente verso Nord. Nello stesso grafico abbiamo indicato le diverse traiettorie che l’uragano potrebbe intraprendere nel giro dei prossimi 3 giorni: nel caso in cui si avverino Nicole finirebbe per impattare, pur come un normale ciclone extra-tropicale, tra le coste di Groenlandia ed Islanda.
Sono pochi i sistemi che hanno mostrato un comportamento simile: solo nell’ottobre del 1950 l’uragano Jig aveva intrapreso una traiettoria simile, pur dissipandosi a nord del 40°C parallelo, all’altezza di Terranova.
La presenza di acque fredde rallenterà lo sviluppo di temporali condizionando un lento declino dell’uragano verso una semplice tempesta tropicale già nelle prossime 48 ore, come mostra il grafico sottostante.
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