Scorrendo tra le immagini ed i video relativi alla giornata di ieri, domenica 6 novembre, si rimane basiti di fronte alla potenza del Tornado che ha colpito l’entroterra romano, ed in particolare il comune di Cesano.
Sono questi i fenomeni che, pur in modo traumatico, ci ricordano che la Natura ha sempre l’ultima parola. Viene spontaneo chiedersi se queste violente manifestazioni siano sempre esistite in un paese come l’Italia o se siano conseguenza dell’aumento termico in atto a livello globale negli ultimi decenni. Si tratta di una domanda lecita che ci è stata posta più volte dai nostri lettori nelle ultime ore e alla quale vogliamo brevemente rispondere.
Il problema va diviso ed affrontato in due tematiche diverse ma complementari. In particolare, bisogna chiedersi se
La prima domanda non ha una vera e propria risposta. Negli ultimi anni molti studi hanno cercato di individuare una reazione di causalità tra aumento di temperature e maggiore incidenza di fenomeni estremi con risultati deludenti. Ad esempio, in un recente studio condotto negli Stati Uniti si è cercato di identificare una relazione tra la temperatura delle acque nel golfo del Messico e incidenza di Tornado. In generale, annate con acque superficiali più calde del normale sono caratterizzate da maggiore energia potenzialmente disponibile per la formazione di temporali (pannelli superiori nell’immagine sottostante). Dato che l’incidenza di Tornado è legata alla presenza di temporali abbastanza intensi ed organizzati, è lecito aspettarsi che tali fenomeni siano favoriti.
Abbiamo usato la parola “potenziale” a ragion veduta: non è, infatti, detto che tale energia venga utilizzata. Come mostrato dal pannello inferiore è molto difficile individuare una relazione univoca tra aree caratterizzate da un surplus di energia e segnalazioni di Tornado. A fronte di una media visibilmente più alta negli anni con acque più calde, la localizzazione dei fenomeni appare diversa e non ricalca la distribuzione mostrata nel pannello superiore.
Questo ci porta alla seconda domanda. I Tornado sono uno tra i tanti fenomeni che non può essere riconosciuto in modo automatico e che necessita quindi di segnalazioni per essere individuato ed archiviato. Per questo è facile capire come aree con un’alta densità di abitanti possano contenere un numero maggiore di segnalazioni rispetto ad aree con densità abitative molto basse ma nelle quali il rischio è identico. Inoltre, la sempre maggiore diffusione di internet e dei cellulari ha permesso a chiunque di documentare fenomeni del genere e di pubblicare video che 20 anni fa sarebbe stato quasi impossibile ottenere. Dire che trombe d’aria come quella osservata ieri non si sono mai verificate è quindi errato perché presume una conoscenza che, purtroppo, non abbiamo.
C’è da dire, infine, che l’Italia è una delle zone dove il rischio per la formazione di tali fenomeni può raggiungere soglie molto alte. La mappa sottostante mostra il numero medio annuo di Tornado calcolato sul periodo 2004-2013. Tra le aree colorate di rosso spiccano le coste del Lazio e del Veneto, teatro di fenomeni intensi proprio negli ultimi anni.
Tutto questo, come detto prima, va anche inquadrato nell’ottica del numero di segnalazioni. In particolare risulta interessante paragonare la densità abitativa delle regioni europee, mostrata di seguito, con le segnalazioni di Tornado. Non a caso la Germania e l’Olanda sono entrambe aree caratterizzate da un’alta densità di abitanti e da un sostanzioso numero di segnalazioni.
Insomma, è difficile sostenere che vi sia un collegamento tra il Tornado verificatosi ieri nell’entroterra laziale e il riscaldamento globale. Innanzitutto, estrapolare dal contesto un singolo evento ed utilizzarlo come dimostrazione di un andamento climatico a livello globale è scientificamente sbagliato, viste le diverse scale temporali e spaziali. Secondo, non si dispone di una statistica abbastanza dettagliata che copra un lasso di tempo abbastanza lungo per poter capire se l’incidenza di tali fenomeni sia veramente aumentata.
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