Se vi hanno insegnato nei libri di geografia che esistono solo isole di terra resettate la mente, poiché oggi a causa dell’estrema noncuranza per l’ambiente si contano sparse per gli oceani cinque isole di spazzatura (mappate e pubblicate su Proceedings of the National Academy of Sciences), di cui la più grande è la Great Pacific Garbage Patch, nota anche come Pacific Trash Vortex, la quale si estende per oltre 4,5 milioni di km^2 nell’Oceano Pacifico Settentrionale.
Se i numeri da soli non allarmano, basta paragonare l’estensione della Great Pacific Garbage Patch a quella degli Stati Uniti d’America, pari a circa 10 milioni di km^2, per renderci conto di cosa stiamo parlando! Sommando l’estensione di quest’isola alle altre che coprono la superficie degli oceani, tra cui meritano di essere citate quella nell’Atlantico Settentrionale, che sfiora i 4 km^2 e quella tra India e Madagascar, che si estende per altri 2 km^2, si stima che circa 15 milioni di km^2 delle acque del globo sono ricoperte da spazzatura.
Ma come si formano queste isole?
L’origine dei 5 trilioni (ovvero 5000 miliardi – secondo le stime) di pezzi di plastica sparsi negli oceani è noto, così come è noto il motivo per cui si accumulano in aree predefinite negli oceani, meglio note come aree di convergenza. Queste aree di convergenza sono conseguenza della distribuzione della pressione atmosferica globale, tale da creare patterns di circolazione atmosferica e oceanica favorevoli all’accumulo della spazzatura in regioni note (principalmente in corrispondenza dei 5 gyre subtropicali mostrati in figura).
La stima accurata dell’estensione di queste isole di plastica è stata fatta mediante osservazioni da aereo dall’organizzazione Ocean Cleanup, nata con l’intenzione di ripulire le acque oceaniche, sviluppando un “sistema passivo” che sfrutta la conoscenza delle correnti oceaniche per accumulare e catturare la plastica in aree delimitate.
Secondo le stime dell’organizzazione, combinando la loro iniziativa con la riduzione dell’immissione di plastica in oceano, entro il 2050 la Great Pacific Garbage Patch potrebbe finalmente scomparire, tant’è che il Time Magazine ha definito quest’iniziativa “una delle migliori invenzioni al mondo del 2015”.
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