Osservando l’immagine satellitare acquisita nella giornata di ieri, martedì 10 ottobre, non si riescono a scorgere particolari formazioni nuvolose sull’Atlantico se non per un isolato groviglio di nubi che assume una forma particolarmente nota.
I corpi nuvolosi formano infatti un vortice simile a quello osservato negli uragani che siamo abituati a vedere dall’altra parte dell’Atlantico. E di Uragano in effetti si tratta, almeno stando ai dati raccolti nelle ultime ore.
Ofelia, questo è il nome assegnato dall’istituto statunitense NOAA, si è evoluto da un semplice ammasso di temporali ad una struttura organizzata con un minimo di pressione prossimo a 995 hPa e raffiche (stimate) fino a 120 km/h. L’immagine satellitare acquisita nel tardo pomeriggio di martedì mostra la presenza di un occhio centrale.
Ma perché ci interessa così tanto lo stato di un uragano nel bel mezzo dell’Atlantico?
In realtà Ophelia non é cosi “lontana” dall’Europa, almeno meteorologicamente parlando. L’uragano, formatosi al di fuori della fascia tropicale, si muove molto vicino alla corrente a getto, un fiume di aria fredda che scorre in alta quota a velocità elevate e “trasporta” le depressioni verso est. Nei prossimi giorni il ramo della corrente a getto che scorre su questa parte dell’atlantico tenderà ad approfondirsi verso sud per ripiegare successivamente verso nord, un effetto dovuto alla presenza di una vasta area di alta pressione sull’Europa. Ophelia sarà quindi “agganciata” da questa corrente e trasportata verso l’Europa, come mostrato dall’animazione sottostante dove vengono riportati la pressione al suolo e le raffiche di vento previste per i prossimi 7 giorni.
Secondo queste previsioni Ophelia sarà ancora soggetta ad un ciclo di intensificazione che potrebbe portarla verso un uragano di categoria 1-2 prima di dirigersi verso le coste del Portogallo con raffiche fino a 150 km/h. L’immagine sottostante mostra come, alla vigilia del 16 ottobre, Ophelia potrebbe trovarsi pericolosamente vicina alle coste della penisola iberica.
L’evoluzione, tuttavia, è ancora incerta, soprattutto per quanto riguarda la traiettoria intrapresa dall’uragano. In questo senso sarà molto importante seguire l’evoluzione dell’alta pressione sul continente europeo che condizionerà la posizione della corrente a getto ed il conseguente trasporto della massa di aria calda ed umida costituita dal sistema tropicale.
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