Buona parte della Germania settentrionale, Olanda e Belgio si sono svegliate martedì mattina coperte da un spesso strato di nubi che ha creato un’atmosfera alquanto surreale, come mostrato dalle foto sottostanti.
La stessa cosa era successa il giorno prima a Londra. Niente di particolare, direte voi, se non fosse che in questo caso la maggior parte delle previsioni indicavano cielo sereno!
Eppure le immagini satellitari in alta risoluzione acquisite nella tarda mattinata mostrano lo spesso strato nuvoloso che ricopre le regioni sopra citate. Il colore di questo strato risulta, però, decisamente diverso da quello dei corpi nuvolosi circostanti.
In effetti non si tratta di nuvole ma bensì di una miscela tra polveri provenienti dal Sahara e dagli incendi che stanno infuriando in Portogallo negli ultimi giorni. Grazie al passaggio dell’ex-uragano Ophelia queste polveri sono state trasportate molto velocemente verso nord seguendo la direzione dei venti in quota, come indicato nell’immagine sottostante, riferita sempre alle 11 di martedì mattina. Notate come l’area coperta da colorazioni marroni coincida proprio con un massimo dei venti in quota provenienti da sud-ovest e diretti verso nord-est.
L’effetto dovuto alla persistenza delle polveri è ben evidente nel diagramma sottostante, che mostra il bilancio di radiazione presente alla superficie. Notate come il massimo raggiunto nella giornata di martedì (destra) dalla linea rossa (radiazione misurata) sia decisamente inferiore a quello raggiunto nella giornata di lunedì (sinistra), molto vicino al massimo teorico (linea gialla).
Resta ancora da spiegare perché praticamente tutti i modelli di previsione indicassero cielo sereno per la giornata di martedì in località che di sole hanno visto ben poco.
Analizzando la previsione di uno dei modelli per martedì mattina è possibile notare come vengano previste con buona affidabilità le nebbie nel sud della Germania e le nuvole in Scozia e Francia settentrionale. La copertura dovuta alle polveri, invece, non è prevista per un semplice motivo: nessun modello di previsione meteorologica include una variabile che descriva la concentrazione di polveri aggiuntiva dovuta a fenomeni naturali transitori come incendi o eruzioni vulcaniche.
Nonostante l’esistenza di metodi che cercano di correggere tale mancanza assimilando osservazioni aggiuntive, risulta impossibile prevedere lo spostamento di questi “aerosol” che influenzano il bilancio di radiazione alla superficie e che degradano la qualità della previsione, in particolare riguardo la copertura nuvolosa e la temperatura alla superficie.
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