Oymyakon, una remota località della Siberia nordorientale, ha raggiunto il 23 novembre una temperatura minima di ben 55 gradi sotto zero. Un valore simile, pur non rarissimo in queste regioni, è di oltre 15 gradi inferiore alla minima mensile media. A causare temperature così gelide è stata un’ampia saccatura che ha portato aria polare su gran parte dell’Asia nordorientale.
Gli abitanti di Oymyakon sono avvezzi al freddo estremo. In questo remoto villaggio della Siberia nordorientale (Figura 1), a oltre 700 metri di quota, le temperature si mantengono costantemente sotto lo zero per più di cinque mesi all’anno, raggiungendo minime inferiori a -50 °C ogni inverno. Oymyakon si è guadagnata il soprannome di “Polo Nord del freddo” per queste temperature glaciali e per via del suo record di temperatura minima mai registrata in tutto l’emisfero nord: -67,7 °C!
Oymyakon raggiunge temperature così basse per via dell’anticiclone “termico” che ogni inverno si forma sull’Asia centro-settentrionale. A queste latitudini (vedi mappa in Figura 2), la quantità di luce scema rapidamente dopo l’equinozio d’autunno e il suolo disperde molto più calore di quanto ne riceva, anche per via dell’elevata distanza dall’influenza mitigatrice del mare (dai 1000 ai 4000 km). L’aria fredda si accumula perciò nei bassi strati dell’atmosfera e si formano inversioni termiche tra le più marcate del pianeta, con la temperatura che nei primi 1000-1500 metri di atmosfera cresce di 1-2 °C ogni 100 m. Le condizioni meteo tipiche dei mesi da novembre a marzo a Oymyakon sono dunque cielo sereno o nebbia, venti deboli e precipitazioni ridottissime: è l’Anticiclone Siberiano!
Detto ciò, il valore di -55 °C raggiunto giovedì (vedi foto in Figura 3) è notevole persino per Oymyakon, dove il record mensile di novembre è -58,5 °C. La causa è da ricercarsi in una saccatura molto ampia e profonda (Figura 4), associata ad un’ondulazione del Vortice Polare, che ha abbracciato tutta l’Asia nordorientale, portando con sé aria molto fredda in quota. In Italia l’arrivo di una saccatura simile darebbe luogo alla formazione di un ciclone con neve fino a quote basse – in Siberia, però, mancando completamente qualunque fonte di umidità come il Mediterraneo, l’effetto è ben diverso.
Si capisce perché dando un’occhiata ai venti in quota (250 hPa, circa 10 km). La saccatura è associata ad un ramo del jet stream “discendente” (vedi mappa in Figura 5) che, partendo dalle coste artiche della Russia europea, viaggia in direzione sud-est arrivando addirittura ad unirsi al jet stream subtropicale (!) per poi risalire verso il Polo. Come si vede dalla mappa, nella regione di Oymyakon i venti in quota sono quasi assenti: questo porta un rafforzamento dell’inversione termica e un ulteriore raffreddamento delle temperature al suolo, con conseguenti valori da brividi.
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