La tempesta tropicale Bud, formatasi nell’Oceano Pacifico orientale e ora diretta verso la California messicana, ha raggiunto lo status di uragano prima di indebolirsi. Nonostante l’intensità ormai ridotta, porterà piogge e temporali localmente intensi nella California messicana e nel sud-ovest degli USA, con rischio di allagamenti e danni per il vento intenso. Il monsone dovrebbe dunque iniziare molto in anticipo rispetto alla normalità, alleviando la siccità diffusa in tutta la regione.
Bud è soltanto la seconda tempesta tropicale del 2018 nel bacino del Pacifico orientale, ma il suo impatto nel sud-ovest degli USA e nel Messico nord-occidentale potrebbe essere notevole. Dopo aver raggiunto lo status di uragano nella giornata di martedì 12 giugno, con un vento massimo di 209 km/h, la tempesta si è spostata in un’area in cui la temperatura superficiale del mare è più bassa e lo shear (la differenza tra il vento in alta troposfera e quello nei bassi strati) più elevato, due fattori che hanno contribuito al suo indebolimento. Ciononostante, Bud continua a muoversi verso nord, com’è mostrato nella cartina qui sotto, relativa alle previsioni rilasciate dal National Hurricane Center statunitense.
La tempesta dovrebbe andare incontro a una rapida dissipazione dopo aver raggiunto la terraferma – ciò è tipico per le tempeste tropicali, che traggono la loro energia principalmente dalla differenza di temperatura tra mare, molto caldo alle basse latitudini, e alta troposfera, al contrario molto fredda. Bud però farà in tempo a causare danni moderati nelle aree attraversate, soprattutto in Messico dove la presenza di numerose catene montuose favorirà lo sviluppo di frane e alluvioni, in aggiunta ai danni causati dalle raffiche di vento (vedi figura sotto).
L’impatto di Bud però si estenderà ben oltre i confini del Messico. Temporali e piogge diffuse sono attesi tra venerdì 15 e sabato 16 giugno in tutto il sud-ovest degli Stati Uniti – la regione dei deserti e dei canyon, per intenderci. L’immagine sottostante mostra l’area a rischio, che abbraccia Arizona, Utah, Colorado e New Mexico oltre naturalmente al Messico, con una superficie totale paragonabile all’Italia intera.
In una regione la cui piovosità media annua è ridottissima e in cui in quest’anno di forte siccità alcune località, come Phoenix e Tucson, non vedono una goccia di pioggia da inizio marzo, le conseguenze di piogge intense saranno duplici. Da un lato risulta molto elevato il rischio di alluvioni lampo, con gli alvei asciutti di fiumi e torrenti che potrebbero gonfiarsi d’acqua in pochi minuti; dall’altro le piogge arrecheranno benefici alla siccità e aiuteranno contro i numerosi incendi boschivi scoppiati nelle ultime settimane.
Lo sviluppo di piogge intense sarà favorito dai grandi quantitativi di umidità che verranno trasportati verso l’intera regione. In questo caso una mano dovrebbe arrivare anche dal jet stream, che con una saccatura posizionata proprio sugli USA sudoccidentali causerà un ulteriore incremento del trasporto di umidità, come illustrato nella figura qui sotto. Le precipitazioni in arrivo con Bud daranno inoltre inizio al monsone messicano. Normalmente, infatti, il sud-ovest degli USA vede aumentare le precipitazioni in estate a causa del trasporto di umidità dall’oceano verso la terraferma dovuto ai venti monsonici, in maniera del tutto simile a quanto accade ad esempio in India. Quest’anno il monsone arriverà in anticipo e in grande stile.
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