Secondo uno studio, l’impronta del riscaldamento globale è ormai rilevabile dalle nostre condizioni meteorologiche quotidiane.
La distinzione tra clima e meteo è qualcosa che per anni gli scienziati hanno faticato a sottolineare, sebbene queste due scienze siano strettamente legate fra loro. Volendo sintetizzare la definizione di entrambe, mentre il meteo si basa su condizioni a breve termine, il clima si riferisce a tendenze più lunghe. Ma oggi questa differenza potrebbe vacillare, secondo il climatologo svizzero Reto Knutti, poiché i cambiamenti climatici si stanno radicando tanto da manifestarsi nelle nostre condizioni meteorologiche quotidiane.
Secondo il team di ricercatori svizzeri e norvegesi, il cui studio è stato pubblicato su Nature, l’impronta digitale della crisi climatica è ormai rilevabile nel tempo quotidiano dal 2012. I segnali del cambiamento climatico non sono ancora tracciabili su scala locale, ma lo sono su scala globale, con evidenze nelle variazioni di temperatura e umidità su cui è impresso il marchio dell’attività umana. “Il tempo manifesta il cambiamento climatico se guardi all’intero pianeta”, afferma Knutti.
Le attuali condizioni meteorologiche, secondo i ricercatori, sono chiaramente distinguibili da ciò che accadrebbe normalmente in natura. Analizzando i valori meteorologici medi giornalieri dal 1951 al 1980, hanno scoperto che questi erano appena in linea con quelli dal 2009 al 2018. Il segno del cambiamento climatico globale, esaminando i dati annuali, risale al 1999, mentre dal 2012 ha iniziato a essere evidente nel tempo di ogni singolo giorno. Oggi, i segnali del cambiamento sono così grandi da aumentare la variabilità meteorologica quotidiana globale.
Non è possibile collegare una qualsiasi tempesta al cambiamento climatico, ma il legame tra il riscaldamento globale e la variazione dei modelli meteorologici diventa sempre più evidente in eventi come siccità prolungate, ondate di calore o tempeste. Riuscire a comprendere in che modo collegare le tendenza a lungo termine con gli eventi a breve termine potrebbe essere cruciale per prepararsi al peggio. “Il meteo globale riporta importanti informazioni sul clima”, spiega Knutti. “Queste informazioni potrebbero, ad esempio, essere utilizzate per ulteriori studi che quantificano i cambiamenti nella probabilità di eventi meteorologici estremi”.
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