L’uso insostenibile delle risorse sta distruggendo il pianeta. Nel frattempo il riciclo sta diminuendo, secondo un rapporto.
Secondo un rapporto presentato al World Economic Forum a Davos, la quantità di risorse consumata dall’umanità ha superato i 100 miliardi di tonnellate l’anno, stabilendo un nuovo record. Ciò vuol dire che in media ogni persona sul pianeta ha utilizzato più di 13 tonnellate di materiali annuali, con un ritmo totalmente inadeguato rispetto alle possibilità della Terra. Inoltre, negli ultimi 50 anni, mentre la popolazione globale è raddoppiata, il consumo di risorse si è addirittura quadruplicato.
La crisi climatica e il declino faunistico sono strettamente legate all’estrazione imperterrita di combustibili fossili, metalli, materiali da costruzione e alberi, avvertono gli autori del rapporto. “Rischiamo il disastro globale se continuiamo a trattare le risorse del mondo come se fossero illimitate”, ha affermato Harald Friedl, amministratore delegato di Circle Economy. “I governi devono adottare urgentemente soluzioni di economia circolare se vogliamo raggiungere un’alta qualità della vita per quasi 10 miliardi di persone entro la metà del secolo senza destabilizzare i processi planetari critici”.
Il dato più sconcertante riguarda il riciclo, che secondo il rapporto è in diminuzione. Negli ultimi due anni, mentre i consumi sono aumentati di oltre l’8%, il riciclo è sceso dal 9,1% all’8,6%. Se da un lato alcune nazioni stanno compiendo passi verso le economie circolari che sostengono sistemi a rifiuti e inquinamento zero, l’andamento generale non è così promettente. Mentre un terzo dei materiali utilizzati annualmente è destinato soprattutto all’edilizia e ai veicoli, un quarto viene scartato nell’ambiente – come la plastica negli oceani, il 15% viene rilasciato nell’atmosfera come gas serra, un altro terzo è destinato alle discariche. Soltanto l’8,6% del totale viene riciclato.
I materiali di consumo sono destinati per gran parte all’edilizia e alla produzione di fertilizzanti – circa la metà del totale – e sono soprattutto sabbia, argilla, ghiaia, cemento e minerali. Il 15% del totale è costituito da petrolio, carbone e gas, mentre il 10% da minerali metallici. La restante parte è costituita da alberi e piante, destinati alla produzione alimentare e di carburanti. Altri settori fortemente impattanti sono quello dei trasporti, l’industria tessile, l’assistenza sanitaria, le comunicazioni e altri beni di consumo – come mobili o elettrodomestici.
“Stiamo ancora alimentando la nostra crescita della popolazione e della ricchezza grazie all’estrazione di materiali vergini”, ha dichiarato Marc de Wit, autore principale del rapporto. “Non possiamo farlo indefinitamente: la nostra fame di materiale vergine deve essere fermata”.
L’aumento del riciclo e la transizione energetica possono rendere le economie più competitive, spiega il rapporto, migliorare le condizioni di vita, evitare la deforestazione e favorire il raggiungimento degli obiettivi di emissione. Janez Potočnik, ex commissario europeo per l’ambiente e copresidente del gruppo di risorse internazionali del Programma ambientale delle Nazioni Unite, ha affermato: “Il mondo deve imparare a fare di più con meno e sostituire la proprietà con la condivisione, come si vede sempre più spesso con le automobili”.
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