Cosa accadrebbe oggi se si verificasse una tempesta come l’Evento di Carrington? È possibile prevedere un fenomeno simile?
Tramite telescopi dotati di filtri appositi per l’osservazione del Sole, è possibile notare macchie scure che ne punteggiano la superficie. Dalle macchie solari si elevano bagliori di breve durata, brillanti e potenti, i più grandi eventi esplosivi che caratterizzano la nostra stella e che liberano grandi quantità di radiazioni. Queste occasionali espulsioni di massa o coronale (CME) – bolle giganti di gas e campi magnetici – possono contenere fino a un miliardi di tonnellate di particelle cariche, in grado di viaggiare fino a diversi milioni di chilometri all’ora.
La materia solare viene regolarmente rilasciata nel mezzo interplanetario, talvolta colpendo la Terra. Ma è un fenomeno pericoloso? Come esser umani, abbiamo motivo di preoccuparci?
Le cosiddette tempeste solari non rappresentano un pericolo per l’uomo finché questo si trova sulla superficie terrestre. L’atmosfera del nostro pianeta funge da scudo a questo fenomeno – c’è ragione di credere che le tempeste si verifichino da quando il Sole e la Terra esistono, consentendo pertanto l’evoluzione della vita terrestre – ed esso non rappresenta una minaccia diretta per i nostri corpi. È ovvio che, se parliamo di astronauti non protetti in viaggio nello spazio, le particelle ad altissima energia potrebbero causare avvelenamento da radiazioni, che in grandi dosi si rivelerebbero fatali.
Tuttavia, le tempeste sono una potenziale minaccia per le nostre tecnologie e i nostri sistemi satellitari. Quando una CME colpisce l’atmosfera terrestre provoca un disturbo temporaneo del campo magnetico, innescando a sua volta un fenomeno noto come tempesta geomagnetica. La collisione di una potente CME con la Terra è in grado di interferire con i satelliti in orbita, investire i veicoli spaziali con le radiazioni, interrompere i sistemi di telecomunicazione e navigazione. È possibile che una tempesta possa influenzare le reti elettriche e causare blackout che interessano intere città, o anche regioni.
Un noto blackout dovuto ad una tempesta solare risale al 13 marzo 1989, in Québec e parte degli Stati Uniti nord-orientali, dove per 9 ore l’energia elettrica è mancata per oltre 6 milioni di persone. Ancora prima, nell’agosto 1859, ci fu il cosiddetto Evento di Carrington – dal nome dell’astronomo Richard C. Carrington, la più grande tempesta geomagnetica mai registrata. In sole 17 ore – anziché i soliti 3 o 4 giorni – la tempesta aveva raggiunto la Terra. Gli effetti interessarono l’intero pianeta, con l’interruzione delle linee telegrafiche per 14 ore e un’aurora boreale visibile in luoghi inusuali (come Roma).
Ma in un’epoca come la nostra, dove la tecnologia è ampiamente sviluppata e radicata nel mondo, quali effetti potrebbe avere una tempesta solare così potente? È possibile sapere quando potrebbe verificarsi?
Ci sono ancora molte incertezze sull’argomento. L’attività del Sole è monitorata costantemente dai nostri mezzi sulla Terra e nello spazio, per cui quando si verifica una tempesta solare dal potenziale in grado di influenzare la Terra siamo in grado di saperlo. Il tempo a disposizione per avviare misure di sicurezza sarebbe di qualche giorno, cioè mentre la CME raggiunge la Terra. Quello che non possiamo sapere in anticipo è la gravità delle conseguenze. Ed è per questo che la questione sta richiamando sempre più l’attenzione di governi e scienziati nel mondo, con uno sguardo più approfondito a sistemi e procedure capaci di resistere ai potenti effetti del Sole.
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