Una nuova animazione rivela i tre quinti nascosti del nostro pianeta sotto la presenza dominante dell’acqua.
Nota anche come “pianeta blu”, la Terra si distingue dagli altri pianeti per la predominanza di acqua allo stato liquido. I mari occupano infatti oltre il 70% della superficie terrestre, coprendo anche una grande estensione di terre non emerse, compresi i “ponti” che alle origini univano un continente all’altro e la catena montuosa più lunga del mondo.
Recentemente, in un remake di una simulazione della NASA del 2008, James O’Donoghue, scienziato presso la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) ed ex membro della NASA, mostra come diventerebbe la Terra se tutta l’acqua presente defluisse. Il video, basato sull’animazione originale del fisico Horace Mitchell, rivela dettagli inediti sui tre quinti nascosti della superficie terrestre.
Nella nuova versione animata, O’Donoghue ha apportato alcune modifiche ai tempi e aggiunto un tracker che riporta la quantità di acqua che defluisce man mano, fino a scomparire del tutto. Ad emergere per prime sono le piattaforme continentali, cioè i confini sottomarini di ogni continente. “Ho rallentato l’inizio perché, piuttosto sorprendentemente, c’è un sacco di paesaggio sottomarino immediatamente rivelato nelle prime decine di metri”, ha detto O’Donoghue a Business Insider.h
I frammenti di terra che si intravedono nei primi secondi includono i ponti che decine di migliaia di anni fa gli umani attraversavano nella migrazione da un continente all’altro. Quei ponti hanno permesso ai nostri antenati di migrare, spiega O’Donoghue, poi l’ultima era glaciale ne ha causato la chiusura. “Quando si è verificata l’ultima era glaciale, molta acqua dell’oceano è stata rinchiusa come ghiaccio ai poli del pianeta. Ecco perché esistevano ponti di terra”.
Quando il livello dell’acqua scende a 2.000 metri, appare la catena montuosa più lunga della Terra, la dorsale oceanica, che si estende per oltre 60.000 chilometri in tutto il mondo e che attualmente è sommersa per il 90%. Arrivando a 6.000 metri di profondità, gran parte degli oceani scompaiono, ma restano ancora i tratti più profondi della Fossa delle Marianne, che sarà svuotata solamente una volta drenati altri 5.000 metri di oceano.
È affascinante osservare come i fondali marini, afferma O’Donoghue, abbiano una geologia interessante e variabile quanto i continenti. Spogliare la Terra dei suoi mari porta inoltre alla luce non solo i fondali, ma l’antica storia dell’umanità.
Fonte: Business Insider.
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