Venti in quota estremamente intensi: tempi di volo record da New York a Londra

La differenza di temperatura esistente tra i tropici e le regioni polari si riflette direttamente sulla velocità dei venti in quota. In particolare, le correnti che scorrono da ovest verso est (westerlies) raggiungono la loro massima intensità in corrispondenza della tropopausa.

Qui, tra i 10 e i 14 km, l’aria viene canalizzata in flussi di aria localizzati che mediamente spirano intorno ai 150 km/h (corrente a getto o jet stream). Diversi meccanismi termodinamici possono provocare un netto aumento di questa velocità andando ad influenzare direttamente il traffico aereo.

Negli ultimi giorni le correnti in quota hanno raggiunto velocità record, sfiorando addirittura i 400 km/h a 12 km di altezza. Una delle cause di questo fenomeno è da ricercare nelle dinamiche del vortice polare: infatti, dall’inizio dell’inverno il vortice polare si è mantenuto molto compatto (indice AO positivo) e questo aspetto determina generalmente un’intensificazione delle correnti occidentali.

Un altro importante indicatore della velocità dei venti occidentali, correlato al vortice polare, è rappresentato dall’indice NAO che descrive la differenza di pressione tra la depressione d’Islanda e l’alta pressione delle Azzorre. Se questa differenza è elevata (NAO positivo), come accade in questo periodo, le correnti occidentali si intensificano apportando aria umida atlantica verso il continente europeo.

Queste condizioni hanno determinato i fortissimi venti in quota e di conseguenza gli aerei stanno percorrendo la tratta New York-Londra in tempi inferiori alla media. Sabato sera un volo della British Airways ha stabilito un tempo record di 4 h e 56 m rispetto ad un tempo medio di più di 6 ore.