Nuovi incendi a Chernobyl, la nube tossica ha raggiunto Kiev

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Mentre l’inquinamento atmosferico si dimezza in gran parte d’Europa in seguito al lockdown, la capitale ucraina precipita tra le città con la peggiore qualità dell’aria al mondo.

Mentre le autorità ucraine annunciavano che i roghi divampati a Chernobyl erano sotto controllo, nella giornata di ieri, 17 aprile 2020, il satellite Terra della Nasa ha immortalato nuovi incendi nell’area dell’ex centrale nucleare, oltre ad un’enorme nube di fumo in movimento verso la città di Kiev. Gli incendi scoppiati all’inizio del mese erano in gran parte estinti, secondo quanto riferito dal governo, con alcune sezioni fumanti. Sono stati i forti venti e l’aria particolarmente secca, che già avevano complicato le operazioni di spegnimento appena concluse, ad alimentare nuovi roghi nell’area. Gli oltre 400 vigili del fuoco impegnati per domare le fiamme nei 10 giorni precedenti si sono nuovamente precipitati nell’area per impedire che le fiamme raggiungano il deposito di scorie nucleari.

Dalle immagini satellitari risulta che grandi nuvole di fumo hanno percorso più di 757 chilometri, arrivando a coprire il cielo di Kiev. Secondo il report dell’Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare (Irsn), la qualità dell’aria della capitale ucraina è significativamente peggiorata a causa del fumo e della cenere trasportati dal forte vento. Sui social network abbondano le testimonianze degli abitanti preoccupati e costretti a chiudere le finestre davanti ad uno scenario quasi apocalittico, tra l’aria asfissiante e il cielo grigio scuro, mentre avanzano i timori riguardo l’aumento di radiazioni provocato dalle fiamme nell’area contaminata. E mentre nel resto d’Europa si registra un calo dell’inquinamento atmosferico del 50% e oltre, secondo le rilevazioni dell’Agenzia Spaziale Europa (ESA), Kiev precipita tra le città con la qualità dell’aria peggiore al mondo.

Prima dei nuovi focolai, il vasto incendio era già stato considerato il peggiore dal disastro nucleare del 1986, nonostante la frequenza annuale degli incendi nella zona. Attualmente, risultano andati in fumo circa 50.000 acri di terreno, riporta la Nasa, attorno all’area di esclusione. Nel frattempo l’analisi dell’Irsn sul livello delle emissioni radioattive dopo gli incendi riporta un fattore di rischio considerato basso. Lo spostamento della nube tossica e delle potenziali emissioni scaturite delle fiamme nell’area di esclusione è sotto osservazione per possibili effetti su altri paesi europei.

Articolo di Erika del 18 Aprile 2020 alle ore 16:26

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