Manca ormai poco all’inizio della stagione degli uragani in Atlantico, abitualmente fissata dal 1 giugno al 30 novembre.
La formazione di questi devastanti fenomeni atmosferici può essere prevista soltanto con pochi giorni di anticipo e in alcuni casi la loro evoluzione può risultare difficile da stabilire con accuratezza anche a poche ore di distanza dalla previsione.
Il discorso cambia se l’obiettivo della previsione è quello di indicare il numero potenziale di uragani che si svilupperà e la loro intensità rispetto al passato. Così, a partire dalla valutazione di una serie di “pattern atmosferici”, le previsioni stagionali sono in grado di fornire delle tendenze generali ed evidenziare possibili anomalie stagionali rispetto alla media climatica.
La temperatura superficiale degli oceani (SST), la tendenza a condizioni di La Niña dopo una prima fase di ENSO neutrale e il confronto con configurazioni del passato, fanno supporre che la prossima stagione degli uragani in Atlantico sarà particolarmente attiva.
Generalmente quando siamo in condizioni di La Niña la formazione degli uragani in Atlantico è favorita. Infatti, in questa fase
sul Mar dei Caraibi i venti si indeboliscono e lo shear del vento è molto ridotto aumentando la probabilità di formazione di uragani in questa area.
Le analisi della NCSU (North Carolina State University) prevedono tra gli 8-11 uragani rispetto alla media (1981-2010) di 7 e dai 3 ai 5 uragani major rispetto alla media climatica di 3 (riferita allo stesso periodo).
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