A partire dalla giornata del 20 maggio, un ciclone sviluppatosi sull’Oceano Atlantico si è rapidamente intensificato interessando con venti estremamente forti e piogge intense l’Irlanda, la Scozia e il Galles. In sole 36 ore la pressione interna del ciclone è diminuita di 36 hPa passando dai 1002 hPa registrati alle 12 UTC del 20 maggio al minimo di 966 hPa del 22 maggio ore 00 UTC.
L’immagine, prodotta dal radiometro SEVIRI a bordo di METEOSAT, è relativa al canale di assorbimento del vapore acqueo a 7.3 micrometri, particolarmente sensibile alla presenza di vapore acqueo a quote medie (circa 500 hPa). Si nota con estrema chiarezza il vortice ciclonico che richiama l’aria più calda e umida da sud (quella più chiara interessata dalla presenza di nubi) e l’aria più fredda e secca da nord (area scura) verso il minimo di pressione del ciclone.
Il forte gradiente di pressione tra il cuore del ciclone e le zone circostanti ha causato l’intensificazione dei venti: sono state registrate raffiche fino ai 115 km/h sulle coste occidentali irlandesi e fino ai 160 km/h sulle Highlands scozzesi.
La perturbazione connessa al ciclone ha causato intense precipitazioni in Irlanda, Scozia e Galles, dove si sono registrati 50 mm di pioggia in poche ore.
Il ciclone continuerà a muoversi in direzione nord-orientale e si indebolirà nelle prossime ore. Nonostante ciò, riuscirà ad apportare condizioni di forte maltempo in Scozia e Norvegia. Inoltre i suoi effetti, seppur in modo più blando, interesseranno anche il Centro Europa e l’Italia settentrionale con rovesci e locali temporali.
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