Giornata mondiale dell’Ambiente: dalle locuste alla pandemia, i segnali di un Pianeta che soffre

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“It’s time for Nature”: è questo lo slogan della Giornata mondiale dell’Ambiente 2020 che si celebra oggi, 5 giugno, dedicato alla Biodiversità e all’importanza di preservarla, ora più che mai. L’Onu ricorda che la biodiversità è “la base che sostiene la vita sulla terra e nell’acqua” e che la natura ci sta inviando un chiaro messaggio: prendersi cura di essa vuol dire prendersi cura di sé stessi. Ogni modifica degli ecosistemi apportata dall’uomo, anche la più piccola, genera delle conseguenze ed è nostro compito preservare il più possibile gli equilibri naturali del Pianeta.

In occasione del World Environment Day (WED), il wwf richiama l’attenzione sugli eventi catastrofici nel mondo che si susseguono a ritmi sempre più stringenti: eventi meteorologici estremi, incendi devastanti, inondazioni , invasioni di locuste, epidemie. Soltanto negli ultimi due anni potremmo elencarne moltissimi e tutti in qualche modo collegati all’abuso delle risorse del pianeta e all’impatto dell’attività umana sul suolo, l’acqua, l’atmosfera. Il declino della biodiversità è sempre più drammatico, avvertono gli scienziati, con un milione circa di specie animali e vegetali minacciate e un rischio concreto di una sesta grande estinzione di massa. “Dobbiamo collegare i segnali per garantirci un futuro prospero e sicuro”, afferma il wwf, alla luce delle maggiori emergenze dal 2018 a questa parte, “gli sos del nostro Pianeta”.

I dati più allarmanti sullo stato attuale della biodiversità a livello globale riguardano soprattutto la biomassa degli insetti, che costituiscono la base alimentare per l’intera umanità e di cui è stata stimata una riduzione di oltre il 75% in soli 27 anni. L’uso di pesticidi è la prima causa di tale riduzione, mentre le modifiche del territorio in favore delle attività umane hanno significato, secondo il rapporto globale sulla biodiversità dell’Onu del 2019, la compromissione del 75% dell’ambiente terrestre e del 66% di quello marino, minacciando la sopravvivenza di almeno un milione di specie.

I disastri naturali degli ultimi mesi puntano i riflettori sul tema. Il 2019 ha visto scomparire milioni di ettari di foreste a causa delle fiamme tra Amazzonia, Australia, Congo, Indonesia, Siberia, California e non solo. È stato l’anno peggiore per gli incendi boschivi a livello globale, con perdite enormi in termini di biodiversità, tra cui molte specie a rischio di estinzione. Al contempo i ghiacci artici hanno visto il tasso di scioglimento più rapido di sempre, secondo il rapporto dell’Ipcc, mentre l’Antartide ha registrato temperature mai viste, con picchi di oltre 20 °C e un tasso di fusione glaciale in rapido aumento. Senza contare che nei primi mesi di quest’anno c’è stato il terzo evento di sbiancamento massiccio della Grande Barriera corallina australiana, indotto dal crescente riscaldamento dei mari.

Tra le innumerevoli conseguenze del cambiamento climatico innescato dall’attività antropica gli esperti collocano anche la spaventosa invasione di locuste, che dallo scorso inverno ha tormentato gli stati del Corno d’Africa,l’Arabia Saudita, lo Yemen, per poi raggiungere l’Iran, il Pakistan, l’India. Una tale invasione di questi insetti migratori potrebbe essere senza precedenti, secondo le stime reperibili, e ha minacciato la sicurezza alimentare di milioni di persone, con le conseguenze più gravi per le comunità già affette da malnutrizione. Il tutto nel corso della pandemia Covid-19, che secondo le ipotesi è riconducibile ad una zoonosi legata ad un mercato di fauna selvatica. Secondo l’Onu, le infezioni da coronavirus causano ogni anno circa un miliardo di casi di malattia e milioni di morti. Di tutte le malattie infettive dell’uomo, sottolinea, il 75% circa è di origine zoonotica.

La crisi sanitaria del coronavirus oggi è l’ennesimo segnale della Terra sulla necessità di cambiare le abitudini dell’umanità. “È tempo di ascoltare gli avvertimenti lanciati dal pianeta”, afferma Inger Andersen, direttrice generale dell’United Nation Environment Programme. “ Il danno principale causato a uomini e donne – i cambiamenti climatici, l’insicurezza alimentare e le nuove malattie come Covid-19 – è causato da uomini e donne”. Sarà il modo in cui affronteremo questa grave crisi, precisa il wwf nel suo comunicato, a determinare il percorso che abbiamo deciso di intraprendere per scrivere il nostro futuro.

Articolo di Erika del 05 Giugno 2020 alle ore 17:49

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