L’intrusione di aria Artica preannunciata ha iniziato ormai da ore la sua azione erosiva nei confronti dell’Alta pressione che da tempo stazionava sul nostro paese. Tuttavia, tale flusso da Nord-Est non è l’unica “spina nel fianco” dell’Anticiclone. Osservando l’immagine satellitare non è difficile notare un ammasso di nubi temporalesche presenti sui quadranti Occidentali, in particolare tra Sardegna e Corsica. Questi impulsi instabili sono ascrivibili all’effetto della bassa pressione che staziona da settimane sulle coste del Portogallo, ormai in fase di esaurimento ma in contemporanea spinta verso Est.
Viceversa, l’effetto dell’aria fredda è ben identificabile osservando i cieli tersi e l’assenza di copertura nuvolosa (se non sterili velature) presenti su tutto il resto d’Italia. Nel corso della giornata, l’allontanamento dell’aria fredda verso Est dovrebbe favorire la risalita dell’aria instabile, portando un peggioramento delle condizioni a partire dai versanti Occidentali.
Ma quali sono le prospettive a “lungo” termine?
Le ultime emissioni modellistiche propendono per una situazione di “blocco-Omega”, che abbiamo visto in azione più volte nell’inverno passato, . Questo scenario si verifica quando l’anticiclone, in questo caso la sua parte Azzorriana, subisce una repentina risalita verso Nord, fatto evidenziato nel pannello sinistro dell’immagine sottostante.
Tuttavia, occorre notare che la posizione della “cupola” dell’Anticiclone-ed è facile immaginarsi la somiglianza con la lettera greca- interesserebbe perlopiù Francia e Spagna. Sempre secondo queste previsioni, l’Italia si troverebbe, per la maggior parte del tempo, sul margine di questa struttura a vasta scala. Il motivo di questa debole avanzata è dar ricercarsi nella presenza di una “goccia fredda” attiva sulle regioni Meridionali, frutto dell’approfondimento di una nuova saccatura di matrice Artica. In questa dinamica meteorologica, l’Italia si troverebbe divisa tra due regimi: più caldo e stabile sulle regioni Nord-Orientali, freddo e perturbato sulle regioni Adriatiche e meridionali. Bisogna sottolineare però che, in situazioni come queste, un errore di poche centinaia di chilometri nel posizionamento del blocco può modificare anche di molto la previsione. Per questo occorrerà aspettare ancora qualche giorno per poter confermare o smentire questa linea di tendenza.
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