In questo articolo siamo partiti da un titolo volutamente provocatorio, per cercare di attirare la vostra attenzione su un episodio di cui sarete stati almeno una volta testimoni. Spesso, durante giornate autunnali o invernali può capitare di assistere a giornate soleggiate e calde in montagna, mentre in pianura e nelle vallate dominano temperature molto basse e nebbia. Tali situazioni sono molto più frequenti in regimi anticiclonici, ovvero quando la nostra penisola è sotto l’effetto di una vasta area di alta pressione. Una zona di alta pressione è caratterizzata da aria che, spinta verso il suolo dai moti verticali, tende a scaldarsi per compressione (lo dice la legge dei gas perfetti) .
All’effetto di questa circolazione, che agisce prevalentemente a quote alte, si contrappone l’effetto di una circolazione opposta che interessa lo strato limite, ovvero quella parte di atmosfera che è a stretto contatto con il suolo e la cui dinamica è fortemente influenzata da esso. In questo strato, i movimenti causati dal riscaldamento solare sono dominanti su quelli dovuti ai venti a larga scala. Nelle ore soggette al maggior irraggiamento, “bolle” di aria calda si muovono dalla superficie verso l’alto (l’aria calda è più leggera di quella fredda) andando a riscaldare uno strato di atmosfera sempre più in alto. Siamo quindi in presenza di due moti contrastanti: il primo, dall’alto verso il basso (subsidenza) causa un ristagno dell’aria nella zona interessata dall’alta pressione; il secondo, dal basso verso l’alto, causa un raffreddamento dell’aria a contatto con il suolo (inversione termica). Nella zona di contatto tra questi due masse d’aria, quella più fredda, proveniente dal suolo, può dar luogo alla formazione di nuvole, in quanto l’abbassamento della temperatura favorisce la condensazione del vapore acqueo in minuscole goccioline di nube. Il radiosondaggio riportato nella figura sottostante mostra l’andamento della temperatura in funzione dell’altezza per l’Aeroporto di Cuneo. Sono ben visibili ben due marcate inversioni termiche (aumento della temperatura in quota) al suolo e a circa 2000 metri.
I moti delle masse d’aria, che abbiamo indicato con le frecce in figura, favoriscono in questo particolare caso la formazione di due strati omogenei di nuvole: una nebbia nei bassi strati ed una copertura uniforme in quota (stratocumuli) come si osserva dall’immagine satellitare acquisita nella stessa giornata, che mostra la Pianura Padana sotto una densa foschia..
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Catanzaro | 30° |
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Località | T°C |
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