Sono impressionanti i dati che vengono analizzati in questi giorni, dopo che un potente ciclone extra-tropicale, creatosi dai resti del Tifone Nuri, si è fortemente intensificato sul mare di Bering. La mappa di analisi del centro Americano relativa allo scorso 8 Novembre riportava addirittura una pressione minima di 924 hPa, uno dei valori più bassi mai analizzato nel Pacifico per un ciclone di questo tipo.
Tuttavia non si tratta di un valore effettivamente osservato, ma di una ricostruzione effettuata tramite l’utilizzo di dati provenienti da stazioni nelle vicinanze del ciclone. L’unica misurazione “ufficiale” è relativa ad una boa nei pressi dell’isola di Attu (Aleutine) dove la pressione ha raggiunto il valore decisamente impressionante di 929.8 hPa.
Ma perché si formano queste tempeste? E quali saranno le conseguenza sull’evoluzione della situazione Europea ed Americana?
I sistemi di bassa pressione (spesso rimanenze di un Tifone) che arrivano in questa parte di oceano incontrano aria umida a largo delle coste del Giappone e aria fredda proveniente dalla Siberia, due ingredienti che formano una corrente molto forte in quota, dovuta al contrasto termico delle masse d’aria sopra citate in superficie. La presenza di questa bassa pressione condizionerà il ritorno dell’Inverno su gran parte del Nord America. Infatti, seguendo il principio per il quale “nell’Atmosfera tutto è collegato”, il “buco” creato dalla bassa pressione verrà colmato da una risalita di aria ad ovest del continente Americano. Una risalita che sta causando una contemporanea discesa di aria fredda proprio sulle regioni del Nord-America.
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