Riprende il nostro viaggio alla riscoperta delle tradizioni popolari legate alla meteorologia. Oggi poniamo l’attenzione al famigerato 4 aprile, giorno legato ad uno strato proverbio, che dalle mie parti recita cosi: “ si chiov’ e quatt’ brillant’ chiov’ pè juorn’ quarant” ” ovvero: ” Se piove il 4 aprile, pioverà per 40 giorni“. Questo proverbio, a differenza di altri, non ha nessun fondamento scientifico ed a memoria d’uomo non si ricordano periodi cosi prolungati di pioggia durante la stagione primaverile.
La leggenda dei 4 aprilanti, come tutti gli altri proverbi nati dalla saggezza popolare, si tramanda oralmente da nonno a nipote e, come nel caso del sottoscritto, ricordo che quando ero piccolo mia nonna, all’approssimarsi di questa fatidica data, mi raccontava questa fantastica storia…
Per immedesimarsi in questa storia,immaginate di essere in un piccolo paesino di collina, dove la fonte di lavoro principale è l’agricoltura e la pastorizia, ed ora immaginate che voi siete un pastore e siamo in pieno inverno. Il tempo in questo paesino di collina non è tanto clemente anzi, piove, nevica e fa freddo quasi tutti i giorni, cosi da impedire il pascolo e la coltivazione dei campi. Si vive con le provviste messe in cascina durante l’estate e si attende con ansia l’arrivo della primavera, ovvero la rinascita della terra e quindi il ritorno ai pascoli ed alla coltivazione. Siamo a marzo ed il pastore freme per l’arrivo delle belle giornate ed è contento che nonostante il duro inverno il suo gregge è al completo e tutti i capi stanno bene…
“ – Menumal’, esclamava il pastore con un ghigno sul volto, sta passan o’ mese e marz’ e tutt’ e pecor’ stann’ bone ahahah, chist’ann’ nun me ne accis’ manca una (riferendosi a marzo).
Ogni giorno ripeteva questa frase, convito che con il finire del mese di marzo tutti i pericoli per il suo gregge, legati alla pioggia e al freddo, fossero finiti. Questa continua cantilena ripetuta giornalmente, fece destare l’ira del mese di marzo, un tipo furibondo e minaccioso, che ascoltando le parole del pastore si sentì sbeffeggiato. Marzo allora, decise di parlare con il fratello minore, Aprile, e gli chiese di prestargli 4 dei suoi giorni, per poter vendicarsi sul pastore:
– ” Aprile, fratu mio, tu m’aia fà nu piacer’, mpriestm’ quatt’ juorn, ca ije aggia da’ na leziòn’ a chillu crapar’ ca tutt e juorn’ me sfotte'”.
Aprile acconsentì, ed all’arrivo del 1° aprile, quando ormai il pastore si sentiva sicuro e non temeva nulla per il suo gregge, inizio a meditare la sua vendetta. Dopo 3 giorni passati a pensare come fare, il 4 Aprile diede il via alla sua vendetta: un violentissimo nubifragio iniziò a scatenarsi sul gregge, ed alcune capi, persero la vita per annegamento. Il pastore andò in preda al panico e pregava affinchè smettesse di piovere.
Piovve per 40 giorni, e giorno dopo giorno, l’intero gregge, che contava più di 500 capi, fu sterminato dalle fortissime piogge e dal freddo. Rimasero in vita solo due esemplari un maschio ed una femmina, ed il pastore si chiedeva il perchè. Ecco che allora quando cessò il diluvio, Marzo, parlò al pastore:
– ” Tu vuliv’ cuffià a me ? T’aggià fatt rimanè nu mascl’ e na femmn’ pe te fa campà,e pè vedè si e capit’ a lezion’… nun saie ca sì me ce mett’ pozz fa chell’ cà vogl’, io sò Marz’ e so pazz e tu nun me aja sfotter’, chest’ e pè mbaramient’ pè l’ann ventur’.”
La vendetta di Marzo fu compiuta, ed il pastore, conscio di aver a lungo scherzato col fuoco, riprese la sua vita quotidiana, con gli unici due esemplari rimasti e con la convinzione che con “Marzo” non si scherza e che se piove il 4 d’Aprile pioverà per 40 giorni !
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