Ieri, 1 settembre, è entrato l’Autunno Meteorologico, mentre astronomicamente parlando, l’autunno entrerà solamente con l’equinozio del 23 settembre! Perché queste differenze?
Le stagioni rappresentano archi temporali sui quali è suddiviso l’anno solare. Esistono diversi modi di definire una stagione: quelli utilizzati più comunemente sono la suddivisione astronomica e quella meteorologica.
Secondo la suddivisione astronomica una stagione è l’intervallo di tempo intercorrente tra un equinozio e un solstizio. Si distinguono quindi 4 stagioni:
E’ scritto “orientativamente” perché l’inclinazione dell’asse terrestre non è costante ma varia ciclicamente tra circa 22,5° e 24,5° con un periodo di 41.000 anni (attualmente è di 23°27′ ed è in diminuzione), per tale motivo le date di inizio delle stagioni astronomiche variano di anno in anno con gli equinozi e solstizi che cadono tra i giorni 19 e 23 dei rispettivi mesi di appartenenza.
L’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra determina il cambiamento delle stagioni astronomiche andando a mutare l’angolo di incidenza dei raggi solari che raggiungono la superficie. Quando i raggi solari colpiscono la superficie con una maggiore inclinazione rispetto all’orizzonte si ha, come conseguenza, un minore grado di irraggiamento, ovvero l’atmosfera e la superficie assorbono meno calore e tutto l’emisfero risulta più freddo. Quanto appena illustrato è quel che accade quando un emisfero si trova in inverno, il quale inizia con il solstizio di Dicembre, momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione minima. Questo significa che il giorno del solstizio d’inverno è il più corto dell’anno.
Quando, invece, i raggi del Sole tendono al perpendicolo rispetto all’orizzonte, l’atmosfera terrestre e la superficie vanno ad assorbire maggior calore e quindi si ha, conseguenzialmente, un aumento termico. Quanto appena illustrato è quel che accade quando un emisfero si trova in estate, stagione che inizia con il solstizio di Giugno, momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massima. Il giorno del solstizio d’estate risulta essere, quindi, il più lungo dell’anno. Quando nell’Emisfero boreale sarà estate, in quello australe sarà, invece, inverno e viceversa.
Gli equinozi di autunno e primavera, invece, rappresentano quei momenti in cui, nel moto di rivoluzione terrestre intorno a Sole, quest’ultimo si trova allo zenit dell’equatore. Nei due giorni dell’anno, in cui cadono gli equinozi di primavera e autunno, la durata del giorno e della notte risultano essere uguali, giungendo i raggi solari perpendicolarmente all’asse di rotazione della Terra.
Abbiamo compreso che le stagioni astronomiche seguono leggi astronomiche molto chiare e definite e che si ripetono sempre nell’arco di ogni anno, adesso concentriamoci sulle stagioni meteorologiche :
– Le stagioni meteorologiche sono state suddivise mediante convenzione ma dietro tale convenzione ci sono comunque motivazioni fisiche, statistiche e climatologiche nonché motivazioni di analisi meteorologica a larga scala. E’ stato infatti riscontrato, statisticamente parlando, che la disposizione delle figure bariche, che contraddistinguono il quadro meteorologico a larga scala, cominciano a mutare e a mostrare segni di cambiamento (a seconda della stagione) circa 2/3 settimane prima dell’equinozio o solstizio legato al succedersi delle stagioni astronomiche. Non pensiamo solo alla nostra Italia ma a tutto il nostro emisfero e facciamo un esempio :
Il 10 settembre di ogni anno, non troveremo mai un dislocamento delle principali figure bariche a larga scala che sarà uguale o simile al 15 luglio o 15 agosto, ma troveremo statisticamente parlando uno scenario meteorologico già autunnale dato per esempio l’avanzamento e l’approfondimento del Vortice Polare con conseguenziali differenze pressorie e di geopotenziali più marcate tra alte, medie e basse latitudini ecc ecc. Dunque non potremo quindi affermare che meteorologicamente parlando il 10 settembre saremo ancora in estate, ma sarà già autunno e così anche per le altre stagioni…
Inoltre, sempre ricorrendo ad adeguate tecniche statistiche, è stato riscontrato che il mese più freddo dell’anno è Gennaio, mese in cui le figure bariche a larga scala, con il loro dislocamento ed approfondimento, esprimono la massima espressione in essere dell’inverno. Discorso opposto : il mese più caldo dell’anno è Luglio, ovvero il mese in cui le figure bariche, con il loro dislocamento ed approfondimento, esprimono la massima espressione in essere dell’estate.
Ora, siccome le stagioni sono composte da 3 mesi ognuno, Gennaio e Luglio si pongono esattamente al centro rispettivamente tra Dicembre e Febbraio e Giugno ed Agosto. Per tale motivazione, dato che in climatologia l’analisi media mensile viene effettuata dal primo giorno del mese all’ultimo, e dato anche la motivazione esposta più sopra legata al mutamento e dislocamento delle figure bariche che avviene prima della data dell’equinozio/solstizio, è stato convenzionalmente deciso che le stagioni invernali ed estive dovevano partire dal primo giorno di Dicembre e Giugno all’ultimo giorno di Febbraio e Agosto :
La Primavera Meteorologica e l’Autunno Meteorologico sono una conseguenza derivante dalla suddivisione estiva ed invernale sopra esposta :
Un altro importantissimo aspetto, già accennato poco sopra, è quello che le stagioni, divise meteorologicamente, vanno anche ad avvantaggiare l’analisi climatologica di ogni località con nessuna duplice stagione inserita in uno stesso mese, cosa che si ha con la suddivisione astronomica.
Località | T°C |
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Ravenna | 10° |
Palermo | 21° |
Foggia | 21° |
Trapani | 20° |
Roma | 20° |
Siracusa | 20° |
Latina | 20° |
Oristano | 19° |
Agrigento | 19° |
Caserta | 19° |
Località | T°C |
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Bologna | 10° |
Ferrara | 11° |
Aosta | 11° |
Biella | 11° |
Modena | 11° |
Gorizia | 11° |
Belluno | 11° |
Cuneo | 11° |
Parma | 11° |
Udine | 11° |