La spesa degli occidentali sta minacciando la sicurezza alimentare globale

La tendenza ad alcune monocolture richiede enormi quantità di terreno, causa deforestazione e fornisce poco nutrimento agli impollinatori da cui dipende.

Il consumo occidentale di alimenti come avocado, caffè e agrumi sta minacciando la sicurezza alimentare globale, favorendo monocolture che occupano una grande estensione di terreno a scapito degli impollinatori e quindi degli ecosistemi. Lo dice uno studio che ha esaminato 40 anni di dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) sulla coltivazione delle colture da campo tra il 1961 e il 2016. L’analisi ha evidenziato un generale declino delle colture che forniscono maggiore nutrimento agli insetti, con un forte impatto sulla biodiversità. “Gli agricoltori coltivano più colture che richiedono impollinazione, come frutta, noci e semi oleosi, perché c’è una crescente domanda per loro e hanno un valore di mercato più alto” ha affermato David Inouye, coautore della ricerca.

A peggiorare la tendenza l’uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti, nonché la domanda sempre maggiore di terreno, che spesso implica imponenti deforestazioni e di conseguenza la distruzione di habitat naturali. Un caso emblematico è quello della soia, la cui produzione mondiale è aumentata in media del 30% ogni 10 anni . L’espansione dei campi di soia – di cui buona parte viene esportata in Europa come mangime per il bestiame da allevamento – ha influito negativamente sull’agricoltura in Brasile, Argentina, Paraguay e Bolivia e contribuito significativamente alla deforestazione. Foreste tropicali e subtropicali sono state distrutte per far spazio alle colture di soia, al pari delle coltivazioni di palme in Malesia e Indonesia, dove gli effetti sulla biodiversità sono devastanti.

Anche in Europa, dove lo sviluppo urbano ha preso il sopravvento sull’agricoltura, la tendenza ad alcune monocolture sta peggiorando la situazione. Le colture come riso e grano sono state gradualmente rimpiazzate da quelle che richiedono impollinazione, creando una pericolosa dipendenza dagli impollinatori. Ma se si aumentano le colture, afferma Inouye, “è anche necessario diversificarle e attuare una gestione favorevole agli impollinatori”.

È un allarme per i responsabili delle politiche, i quali devono pensare a come supportare la crescente domanda di queste colture che richiedono l’impollinazione, limitando l’uso di pesticidi e favorendo la nidificazione e il nutrimento degli insetti. Anche i consumatori, spiega Inouye, dovrebbero orientarsi verso scelte più sostenibili e cercare standard specifici, come ad esempio il caffè coltivato all’ombra, che viene coltivato sotto una tettoia di alberi e sostiene una biodiversità molto più ampia.

Articolo di Erika del 11 Luglio 2019 alle ore 19:17

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