Perché un temporale non cancella l’Estate

In questi giorni ci sentiamo spesso rivolgere la domanda “Ma dove è finita l’estate?”. L’arrivo di una goccia d’aria fredda in quota ha favorito condizioni che potremo definire “primaverili” (non di certo invernali, come alcuni sostengono…) per buona parte della scorsa settimana e dei giorni a venire. Eppure, basta tornare a poco meno di un mese fa per ricordarsi della settimana rovente caratterizzata da temperature ben oltre la media: si tratta di periodi anomali di eguale intensità e durata (almeno approssimativamente). Purtroppo negli ultimi anni, le numerose incursioni dell’aria calda Africana ci hanno abituato ad estati caratterizzate da massime sempre superiori ai 35°C e afa presente per mesi, dunque un breve “break” temporalesco fa inorridire e gridare allo scandalo i media e l’opinione pubblica. Occorre ricordarsi, però, che l‘estate Mediterranea non ha niente a che vedere con quella che si vive nei deserti Africani: la nostra penisola è da sempre meta di masse d’aria molto diverse, che si avvicendano per giorni e settimane creando un dinamismo che permette il mantenimento di uno degli ambienti più ospitali al mondo.

Nelle prossime righe vorremmo proporvi una giustificazione più “formale” di quanto detto finora, cercando di presentare risultati chiari e tangibili, che non richiedono nessuna particolare competenza scientifica per essere assimilati. In particolare, vi mostriamo una serie di temperature misurate a Pisa, uno dei capoluoghi di provincia Toscani, nell’ultimo anno.

Serie termometrica delle ultime 24 ore a Pisa

Serie termometrica delle ultime 24 ore a Pisa

Il tratto verde in figura mostra i valori assunti dalla temperatura nelle ultime 24 ore: come era lecito aspettarsi, vi è un calo della temperatura durante la notte (tra le 18 e le 8 di mattina) mentre durante le ore diurne si registrano i valori più alti (fa più caldo). Passando a 3 giorni di misurazione risultano evidenti, oltre alle escursioni giornaliere, le tendenze della temperatura media: al di là del ciclo diurno, vi sarà un’altra variabilità che evidenzia la presenza di un periodo caldo o freddo. In questo caso, come potete vedere dalla linea rossa (che riporta la media dei valori di temperatura) si evidenzia un aumento della temperatura. Osservando solo questo grafico potremmo farci l’idea che negli ultimi giorni sia effettivamente più caldo.

Serie termometrica degli ultimi 3 giorni a Pisa.

Serie termometrica degli ultimi 3 giorni a Pisa.

Cosa succede se passiamo ad una settimana? Al posto di un aumento della temperatura troviamo un andamento oscillante, caratterizzato da un minimo posizionato tra Martedì e Giovedì della scorsa settimana, quando temporali e piogge interessavano Nord e Centro Italia.

Serie termometrica dell'ultima settimana a Pisa.

Serie termometrica dell’ultima settimana a Pisa.

Questa immagine potrebbe farci credere che la scorsa settimana abbia fatto effettivamente più freddo del dovuto, ma un ulteriore sguardo alla temperatura misurata nell’ultimo mese (immagine seguente) ci fa capire che si tratta semplicemente di un breve calo delle temperature: a metà Giugno, meno di un mese fa, il calo era stato molto più pronunciato.

Serie termometrica dell'ultimo mese a Pisa

Serie termometrica dell’ultimo mese a Pisa

Facendo un ultimo sforzo, la serie delle temperature misurate nell’intero anno (da Luglio scorso) ci fornisce un altro punto di vista: i cali di temperatura degli ultimi giorni si perdono nella tipica variabilità stagionale che identifica un minimo delle temperature nei mesi invernali ed un massimo in quelli estivi.

Serie termometrica dell'ultimo anno a Pisa

Serie termometrica dell’ultimo anno a Pisa

I grafici che abbiamo commentato fino ad ora non sono altro che un piccolo ingrandimento della coda di quest’ultima curva; eppure è su quella piccola coda che alcuni cercavano di trarre conclusioni sull’andamento della stagione.

Qual è la morale di questa storia?

Non è possibile utilizzare la nostra percezione soggettiva per caratterizzare l’anomalia di una stagione, visto che tale “sensazione” si basa su una memoria che ha intervalli caratteristici della giornata, o al più della settimana. Solo un attenta analisi dati può fornirci risultati oggettivi ed evidenti di un’eventuale anomalia, tramite il confronto della media ottenuta dalle misurazioni con quella ricavata da 30 anni di osservazioni. Piccole oscillazioni intorno alla media, come settimane più calde o giornate piovose e fredde, non fanno altro che bilanciarsi a vicenda a lungo termine, omogeneizzandosi su una curva continua che non contiene più variabilità

Ecco perché un temporale non cancella l’estate, così come il sole non cancella l’Inverno.

Articolo di Guido Cioni del 12 Luglio 2014 alle ore 15:15

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