Giornata mondiale degli oceani: il Mediterraneo è protetto solo per l’1,2%

Le analisi 2020 del Wwf suggeriscono che lo stato del Mediterraneo è in peggioramento, tra inquinamento da plastica, traffico marittimo e acquacoltura.

In occasione della Giornata mondiale degli oceani, nel weekend scorso il Wwf ha promosso alcune attività per la tutela delle risorse del Mar Mediterraneo, tra cui la pulizia delle spiagge e la liberazione di tartarughe in mare, che coinvolgono volontari, ricercatori, aziende e pescatori. L’associazione ambientalista ha lanciato un piano post Covid-19 che comprende scenari di ripresa e sviluppo economico rivolti a tutte le comunità costiere del bacino, alla luce della situazione allarmante del Mediterraneo, che secondo le analisi 2020 risulta in peggioramento, in termini di prospettive ecologiche ed economiche. Le stime del Wwf suggeriscono che l’economia legata al Mediterraneo potrebbe generare un valore annuo di quasi 400 milioni di euro, attraverso un’efficace tutela del “capitale blu” e lo sviluppo sostenibile delle attività umane.

Le analisi economiche del Wwf mostrano inoltre che tutti i principali settori marittimi – trasporto, acquacoltura, nautica da diporto, pesca – si affidano ad aree marine chiave, lasciandole in uno stato di grave esaurimento. Il patrimonio del Mediterraneo in termini di biodiversità è estremamente prezioso, con l’Italia che fa capo al maggior capitale naturale, ed è per questo fondamentale proteggerlo. Soltanto l’1,2% del Mediterraneo è protetto, evidenzia il rapporto, e gli ecosistemi locali sono a forte rischio, con il 33% degli habitat marini italiani – tra cui posidonia, foreste di marcoalghe e coralligene – in uno stato di conservazione inadeguato. Questo perché il traffico marittimo e le attività di acquacoltura sono tra i più dominanti in Europa, ed esercitano una pressione elevatissima nei confronti delle coste e dei mari italiani.

L’appello del Wwf per una nuova economia blu per il Mediterraneo si rivolge a 22 paesi e comunità costiere, in nome di una ripresa dopo la crisi del Covid-19, che ha precluso le possibilità di una stagione turistica promettente. Il Blue recovery plan potrà mettersi in moto “solo se un’efficace protezione del mare e uno sviluppo economico sostenibile diventano la norma”, spiega il Wwf. La ricchezza del Mediterraneo è ineguagliabile, sottolinea la presidente Donatella Bianchi, “con oltre 17.000 specie, paesaggi evocativi, ricco di cultura, tradizioni. I paesi che condividono questa grande ‘oasi marina’ hanno quindi un’enorme responsabilità verso i propri cittadini e la nostra proposta punta ad un futuro sostenibile del mare, per il mondo che verrà”.

Articolo di Erika del 08 Giugno 2020 alle ore 16:21

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