Crisi climatica e agricoltura: in Italia 46 grandinate in soli 10 giorni

Gli eventi atmosferici estremi a giugno sono aumentati del 15% rispetto all’anno scorso.

La primavera di quest’anno non è stata affatto facile per le campagne italiane, che nell’arco di una stagione hanno sopportato il gelo, poi la siccità, fino a violente grandinate. Il tutto nel corso della crisi da Covid-19, che ha generato non poche difficoltà nel settore e contribuito a far aumentare i prezzi dei prodotti agricoli. In tutto sono state 46 le tempeste violente di ghiaccio rilevate dalla Coldiretti nei primi 10 giorni di giugno, sulla base dei dati europei sugli eventi estremi (ESWD), con un incremento del 15% rispetto all’anno scorso.

La natura degli eventi è stata insolita, secondo quanto segnalato da alcuni agricoltori, come anche le dimensioni del fenomeno, con la diffusa caduta di “chicchi di grandine grandi come noci”. Strade e piazze imbiancate, come in alcune località lungo le coste dell’Adriatico, hanno offerto scenari suggestivi, mentre moltissime campagne hanno subito danni per il tempo anomalo. Non sono mancati infatti i danni ingenti nelle città e nei terreni del Piemonte, del Veneto, della Lombardia, del Friuli, dell’Emilia Romagna, delle Marche, dell’Umbria, della Toscana, fino alla Puglia.

“La grandine è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori”, evidenzia la Coldiretti, “poiché i chicchi si abbattono sulle produzioni provocando danni irrimediabili e vanificando un intero anno di lavoro”. Moltissime colture sono state colpite anche da frane e allagamenti, dai frutteti alle coltivazioni di ortaggi, dai vigneti ai campi di tabacco, con danni di milioni di euro.

L’estremizzazione degli eventi atmosferici è sempre più evidente in Italia, quasi la norma, sottolinea la Coldiretti. Ci troviamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche nel nostro Paese, che si traducono in eventi meteorologici estremi più frequenti, sfasamenti stagionali, tempeste violente e cambi repentini del tempo, dal sole alla pioggia, ma anche di escursioni termiche significative. Si tratta di variazioni che possono essere fatali per le coltivazioni, generando perdite consistenti tra produzione agricola nazionale e i danni alle infrastrutture. In un solo decennio, la perdita economica è stata di 14 miliardi di euro.