La Niña nella seconda parte del 2020?

Il monitoraggio della temperatura superficiale delle acque del Pacifico costituisce una informazione fondamentale per la valutazione delle condizioni climatiche dell’intero pianeta.

In questa regione il fenomeno ciclico de El Niño Southern Oscillation (ENSO) produce importanti conseguenze sulle regioni direttamente affacciate sull’Oceano e ripercussioni climatiche rilevabili a livello globale.

ENSO è più precisamente una teleconnesione atmosferica caratterizzata da una correlazione diretta delle condizioni dell’Oceano e dell’atmosfera. Quando si verifica un riscaldamento anomalo delle acque superficiali del Sud-Est del Pacifico si parla del fenomeno “El Niño”, quando al contrario le acque superficiali di questa area sperimentano un raffreddamento anomalo, il fenomeno è noto con il nome “La Niña”. Alla prima condizione (El Niño) è associata una persistente alta pressione sul Pacifico Occidentale mentre nel secondo caso (La Niña ) in questa regione la pressione rilevata è inferiore alla media climatica.

“La Niña” del 2017. L’area blu identifica l’anomalia termica negativa delle acque superificiali dell’Oceano Pacifico orientale. Fonte: NOAA

Le ultime proiezioni modellistiche e statistiche suggeriscono come nella seconda parte del 2020 potrebbero manifestarsi le condizioni atmosferiche e oceaniche associate al fenomeno “La Niña”. Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a un graduale raffreddamento delle acque a Sud-Est dell’Oceano Pacifico associato ad un contenuto di calore oceanico inferiore rispetto alla media in questa area.

Perché la temperatura superficiale subisce variazioni di temperatura su di un’area tanto vasta?

Configurazione in assenza e presenza di El Nino. Fonte: NOAA
El Niño e la Niña . Fonte: NOAA  

Come brevemente spiegato il fenomeno coinvolge direttamente l’atmosfera e oceano che si influenzano a vicenda. La fascia tropicale è caratterizzata dalla presenza degli alisei (trade winds) che tendono a trasportare le calde acque superficiali ad Ovest verso il continente Asiatico. Di conseguenza ad Est (presso le coste del Sud America), per rimpiazzare l’acqua superficiale mossa dai venti, acqua profonda e fredda sale in superficie.

El Niño si verifica quando gli alisei subiscono un indebolimento e non sono in grado di accumulare l’acqua più calda ad Ovest. Dunque, la temperatura dell’acqua aumenta gradualmente ad Est, dove si verifica un incremento straordinario dell’evaporazione con consequente diminuzione della pressione atmosferica. Nei casi più estremi diverse regioni del Sud America, in particolare in Perù sperimentano precipitazioni estreme e alluvioni mentre India e Indonesia condizioni di forte siccità.

Con la Niña si verifica esattamente il contrario: gli alisei aumentano la loro intensità e spingono in modo eccezionale le acque calde superficiali verso il continente asiatico. Le piogge diventano insistenti sull’Oceano Pacifico occidentale e centrale mentre la siccità tende ad interessare il Sud-America. L’azione di questi fenomeni si estende a livello globale: ad esempio la Niña è associata statisticamente ad un clima più secco sull’Europa Occidentale.

Articolo di Stefano Della Fera del 21 Giugno 2020 alle ore 15:00

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