Ci risiamo. Con l’avvicinarsi dell’inverno si moltiplicano le notizie (fasulle) che preannunciano l’arrivo di una stagione eccezionale con gelo epocale e neve a bassa quota. Tra previsioni di neve per determinate città a mesi di distanza (come se già quelle a 2 giorni fossero affidabili a queste scale spaziali…) e annunci su un imminente era glaciale, l’utente medio, confuso e all’oscuro del meccanismo di marketing, condivide la notizia ed incrementa le entrate pubblicitarie di questi portali.
Eppure basterebbe non avere la memoria così corta. Questi siti sono gli stessi che lo scorso anno, nello stesso periodo in cui ci troviamo attualmente, preannunciavano l’arrivo di un inverno epocale con “neve a Roma e Napoli”. Inutile dire che tali scenari apocalittici puntualmente non si sono avverati. Perché, quindi, continuiamo a seguire questi profeti di sventura, il cui unico scopo è quello di fare soldi vendendo notizie false e mal confezionate?
In questi casi possiamo sempre adoperare una semplice regola per distinguere bufale da notizie veritiere: una previsione a scala regionale è affidabile entro i 5 giorni mentre per una a scala globale ci si può spingere oltre i 10 giorni, restando entro il limite massimo di due settimane. Previsioni oltre questo periodo si possono fare su scala globale, ma avendo cura di evidenziare l’incertezza associata e dunque l’affidabilità della previsione stessa.
Diamo quindi un’occhiata veloce ai dati provenienti da una previsione per l’area europea che si spinge fino al 9 dicembre. La temperatura in quota, attualmente su valori decisamente oltre al media del periodo, si porterà prossimamente su valori più consoni alla stagione. Spingendoci ancora avanti col tempo iniziamo però a intravedere un problema: l’incertezza associata al valore della temperatura prevista, ed indicata dalle barre verticali rosse, cresce fino ad un punto in cui non ha più senso parlare di previsione. Prendendo, ad esempio, una data nel mese di dicembre si nota come la temperatura prevista in quota prevista possa oscillare tra i +8°C ed i -1°C. Pur considerando che si tratta di una media fatta su tutta l’area occupata dal nostro paese, questi valori indicano ipotetici scenari completamente diversi tra di loro, ma di certo ben lontani da un “gelo epocale”.
Mettendola in altri termini: se doveste scommettere in borsa sulla crescita in valore di un titolo, avreste abbastanza fiducia sapendo che l’indomani lo stesso titolo potrebbe essere aumentato di 1 punto o diminuito di 8 punti? Scommetto che aprire il portafoglio a questo punto non sarebbe più conveniente…
Lo stesso scenario emerge anche dando un’occhiata alla distribuzione spaziale delle temperature nel periodo compreso tra fine novembre ed inizio dicembre. Nella mappa sottostante, colori giallo-rossi indicano alte probabilità di realizzazione, mentre percentuali sotto il 40% sono rappresentate con colori che vanno dal bianco al verde.
Il pannello in basso ci informa che ci sono alte probabilità (localmente anche maggiori del 90%) per una continuazione del periodo caldo nel Mediterraneo occidentale. Il pannello in alto, invece, ci fornisce la prova evidente di come un’eventuale ondata di freddo in questo periodo avrebbe una probabilità minore del 5%… Qualcosa su cui non varrebbe la pena scommettere, giusto?
Località | T°C |
---|---|
Siracusa | 27° |
Catania | 26° |
Foggia | 24° |
Crotone | 24° |
Lecce | 24° |
Brindisi | 24° |
Bari | 24° |
Matera | 23° |
Taranto | 23° |
Palermo | 23° |
Località | T°C |
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Bologna | 12° |
Belluno | 13° |
Modena | 14° |
Udine | 14° |
Aosta | 14° |
Sondrio | 15° |
Gorizia | 15° |
Cuneo | 15° |
Biella | 15° |
L'aquila | 15° |