Neve si, neve no? Dipende tutto dalla colonna d’aria che ci sovrasta…

Neve si, neve no? La previsione della neve è una cosa molto complessa, e dipende tutto dalla colonna d’aria che ci sovrasta. Nei prossimi giorni le temperature in quota si porteranno su valori anche di 6-7°C inferiori alla media del periodo con possibilità di neve su diverse regioni italiane

Siamo ormai alle porte di una irruzione fredda che interesserà praticamente tutte le nostre regioni e che non si vedeva da veramente tanto (troppo) tempo. Nei prossimi giorni le temperature in quota si porteranno su valori anche di 6-7°C inferiori alla media del periodo, favorendo ingenti nevicate su Alpi ed Appennini e qualche isolato sconfinamento anche sulle pianure del nord-ovest.

Ma chi ci garantisce che cadrà neve, invece che pioggia, e dove? 

Si tratta di una tra le domande più interessanti e complesse riguardanti la previsione meteorologica. La prima risposta sembra ovvia, e l’abbiamo già anticipata poco fa: arriverà aria più fredda insieme a precipitazioni. A questo punto però occorre chiedersi di preciso dove (in quota) sarà maggiore l’apporto di aria fredda. Già, perché la formazione e la conseguente caduta verso terra di un fiocco di neve è un processo lungo che richiede temperature inferiori allo zero non solo ad una certa altezza ma in un determinato strato atmosferico. Non basta quindi conoscere lo stato dell’atmosfera ad una determinata quota, ma lo stato dell’intera colonna atmosferica che ci sovrasta.

Cerchiamo di capire perché. 

A quote superiori ai 6-7 km la precipitazione si forma quasi sempre sotto forma di neve, ovvero agglomerati di cristalli di ghiaccio. Quando questi diventano abbastanza pesanti, cominciano a cadere verso il basso. A seconda della variazione di temperatura possiamo distinguere le varie sorti del fiocco di neve:

  • uno strato con temperature ovunque positive favorirà lo sciolgimento del fiocco che arriverà al suolo come pioggia;
  • se dopo questo strato è presente un improvviso calo delle temperature vicino al suolo (inversione termica) la pioggia in arrivo ghiaccierà a contatto con le superfici: si tratta del gelicidio;
  • se gran parte dello strato attraversato dal fiocco di neve si trova a temperature inferiori allo zero, allora ci sono buone possibilità che il fiocco giunga a terra intatto: neve.
Schema delle possibili precipitazioni in base alla temperatura dell'aria

Schema delle possibili precipitazioni in base alla temperatura dell’aria

Andiamo quindi ad analizzare brevemente lo stato dell’atmosfera previsto per due città del nord (abbiamo scelto Milano e Torino) che dovrebbero trovarsi, nella giornata di giovedì, al limite tra neve e pioggia. Nell’immagine sottostante la linea rossa indica la temperatura prevista in funzione dell’altezza (in metri a sinistra), mentre la linea verde indica la temperatura di rugiada, ovvero una misura indiretta dell’umidità.

Profilo verticale di temperatura e temperatura di rugiada (dewpoint) previsto rispettivamente alle ore 9, 12 e 18 di Giovedì 14 gennaio sulla città di Milano. Dati dal modello MeteoNetwork

Profilo verticale di temperatura e temperatura di rugiada (dewpoint) previsto rispettivamente alle ore 9, 12 e 18 di Giovedì 14 gennaio sulla città di Milano. Dati dal modello MeteoNetwork

Partendo dal basso si nota un progressivo raffreddamento dell’aria tra 200 e 1200 metri, che culmina nella prima mattinata ed è accompagnato da una rotazione dei venti (frecce sulla sinistra). Tuttavia, la temperatura (linea rossa) rimane sopra al livello di 0°C negli strati vicini al suolo, laddove si nota il riscaldamento (e abbassamento dell’umidità) dovuto al rilascio di calore da parte del suolo. Possiamo quindi concludere come a Milano si osserverà, in caso ci fossero precipitazioni, pioggia unita a qualche fiocco bagnato nella prima mattinata.

La situazione di Torino è leggermente diversa, perché qui l’aria fredda entra in modo più deciso già dalla mattinata. Intorno alle ore 12 la maggior parte della colonna atmosferica è caratterizzata da temperature prossime allo zero, che rimangono tali anche nel pomeriggio. In caso ci fossero precipitazioni, dunque, giungerebbero al suolo come neve.

Profilo verticale di temperatura e temperatura di rugiada (dewpoint) previsto rispettivamente alle ore 9, 12 e 18 di Giovedì 14 gennaio sulla città di Torino. Dati dal modello MeteoNetwork

Profilo verticale di temperatura e temperatura di rugiada (dewpoint) previsto rispettivamente alle ore 9, 12 e 18 di Giovedì 14 gennaio sulla città di Torino. Dati dal modello MeteoNetwork

Ovviamente si tratta di un’analisi semplicistica che trascura molti effetti, tra cui il raffreddamento dovuto alla fusione dei fiocchi. Se l’aria in quota è relativamente secca, la fusione dei fiocchi di neve a contatto con aria calda può far abbassare la temperatura anche di 2 o 3°C, favorendo quindi nevicate più tardive. Tale effetto diventa fondamentale in caso di precipitazioni con intensità elevate.

Da cosa derivano quindi le mappe di neve che spesso vi proponiamo? Non bisogna far altro che ripetere questa procedura per ogni punto sulla mappa e ricavare la relativa possibilità che si veda neve o pioggia. Però, meglio farlo fare ad un computer. Almeno i conti non li sbaglia…

Articolo di Guido Cioni del 13 Gennaio 2016 alle ore 19:57

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