In questi giorni si sentono spesso pronunciare frasi come “finalmente è arrivato il tepore primaverile!” o “che bello avere 28°C ad inizio Aprile”. Purtroppo la situazione, nonostante il caldo, è tutto meno che positiva. Lungi da noi il voler essere sempre pessimisti ma…da quando avere 30°C a fine marzo è diventata la “piacevole” normalità?
Voi chiederete: “è davvero così critica la situazione?” Cerchiamo quindi di scendere più nel dettaglio, e partiamo da una panoramica di quelle che saranno le temperature previste in quota per la giornata di lunedì. La mappa sottostante mostra la previsione delle temperature a circa 1500 metri di quota, a cui è stata sottratta la media caratteristica del periodo ottenuta su dati raccolti negli ultimi 30 anni: ovvero l’anomalia termica.
Già da questa figura è facile capire come le temperature siano ben lontane dalla tanto acclamata “normalità primaverile”, viste le anomalie positive (tonalità rosse) su gran parte degli stati Europei.
Ma cosa intendiamo per normalità?
Spesso utilizziamo questo termine per indicare la media nel senso statistico del termine. Il concetto è più semplice di quanto si creda: per una determinata località si raccolgono continuamente dati di temperatura fino ad avere una collezione che copre almeno 30 anni, un periodo abbastanza esteso da eliminare le variazioni stagionali ed interannuali. Immaginate ora di riportare tutte queste temperature su un grafico, laddove per ogni valore (15, 16, 17 °C…) contiamo le occorrenze, ovvero le volte che abbiamo osservato tale valore, sul periodo in questione. Molto probabilmente il risultato sarà quello mostrato nella figura sottostante.
Le temperature saranno tutte distribuite intorno ad una temperatura MEDIA, tipica del posto dove abbiamo raccolto i dati, che è per definizione quella più frequente. Questo equivale a dire che, ad esempio, in una località costiera della Liguria le temperature saranno distribuite intorno ai 16°C e non di certo intorno ai -20°C. Un’altra caratteristica necessaria per descrivere il clima di questa località è lo scarto dalla media, ovvero di quanto le temperature osservate si discostano dalla temperatura media. E proprio qui entra in gioco il concetto di eventi estremi.
Sempre riferendoci alla stessa figura, possiamo osservare come il 68% delle temperature osservate siano entro un intervallo, definito dallo scarto su menzionato, intorno alla media. In altre parole, su 100 temperature misurate, 68 saranno vicine alla media di un certo valore. Se si aumenta questo valore, troveremo che 95 valori su 100 saranno in un determinato intervallo alla media. I valori estremi sono invece quelli che cadono al di fuori di questo intervallo, ovvero al di fuori del secondo terzile (una brutta parola per indicare 1/3 di area della curva nel grafico). Gli estremi sono talmente inusuali, come è giusto che sia, da verificarsi solo nel 5% dei casi.
Ritorniamo quindi alla prima domanda che ci siamo posti: quanto siamo messi “male”? La mappa sottostante mostra la probabilità di superamento dell’ultimo terzile, ovvero la probabilità che le temperature si portino nella parte di estrema destra dello schema mostrato poco fa: estremi di caldo. Il fatto che tale probabilità sia superiore al 95% nella prima metà del mese di Aprile ci mostra principalmente due cose: (1) temperature più calde del normale si verificheranno ancora per molto e (2) di normale, almeno nel senso climatico-statistico, non c’è veramente nulla.
Località | T°C |
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Palermo | 24° |
Agrigento | 24° |
Ragusa | 24° |
Siracusa | 24° |
Grosseto | 24° |
Catania | 24° |
Oristano | 24° |
Salerno | 23° |
Roma | 23° |
Caserta | 23° |
Località | T°C |
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Belluno | 13° |
Varese | 14° |
Biella | 14° |
Como | 15° |
Torino | 15° |
Lecco | 16° |
Novara | 16° |
Vercelli | 16° |
Bergamo | 16° |
Sondrio | 16° |