Gli effetti della primavera sulla psiche e sul corpo umano sono molteplici: i raggi solari infatti, con il passare dei giorni, tendono a divenire sempre più perpendicolari alla superficie terrestre boreale e naturalmente anche la luce diviene più intensa ed i colori più brillanti. Questa differenza viene percepita sopratutto dai nostri occhi: i raggi luminosi sono convogliati alla retina, che li trasforma in segnali elettrici che vengono poi trasmessi al cervello attraverso le onde elettromagnetiche. Una volta giunti al cervello, un nucleo di neuroni, chiamato suprachiasmatico, misura giorno per giorno la lunghezza della giornata solare sulla base del numero di ore di luce e di buio. Grazie a questo complicato meccanismo, il cervello, inizia a calibrare le funzioni vitali necessarie del corpo sull’allungamento progressivo del giorno e sul corrispondente accorciamento della notte. Ragion per cui molte persone che non riesco a mantenere il passo dell’avvento della primavera, tendono ad avvertire un senso di spossatezza, di stanchezza muscolare e quei faticosi risvegli mattutini, da cui il proverbio “Aprile dolce dormire” !
Il naturale ciclo stagionale con il passaggio dell’inverno alla primavera avviene, sempre più frequentemente, in maniera repentina a causa di un accentuazione degli scambi meridiani dal polo verso l’equatore e vicecersa, quindi un’ improvvisa ondata di caldo durante la prima parte di marzo oppure la neve fino a quote collinari nel mese di aprile è cosa del tutto normale. Questi continui “strappi del tempo” da una settimana all’altra o meglio da un giorno all’altro, causano diversi fastidi al corpo ed alla mente umana: ad esempio, durante un periodo di 6-7 giorni con sole e temperature quasi estive, il nostro corpo viene invitato ad adeguare le proprie attività metaboliche come se dovesse affrontare l’imminente arrivo dell‘estate. Se poi interviene un improvviso, anche se temporaneo, ritorno a condizioni più rigide di chiaro stampo invernale, il nostro equilibrio psicofisico viene messo a dura prova. Lo stesso meccanismo si verifica anche nel mondo vegetale: le piante, ingannante dalle miti temperature, schiudono le loro gemme prima del previsto mettendo a repentaglio la propria vita nel caso in cui si verificherebbe una gelata tardiva.
La stessa situazione si verifica anche a livello ormonale: un repentino calo delle temperature durante il trimestre primaverile viene interpretato come un segnale di arresto dal nostro organismo, credendo di essere ancora in inverno. Ecco quindi che si presentano i primi malanni: insonnia, depressione e nei casi più gravi, si sono riscontrati anche disturbi psicosomatici come ad esempio le ulcere gastriche, gastriti duodenali e sindrome di colon irritabile.
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