Temporali in continuazione nel cuore dell’Europa, Giugno fa già il pieno di fulmini: perché?

Dopo l’ennesima giornata all’insegna dell’instabilità su molte aree europee (compreso il nostro paese) viene da chiedersi se tutto questo rientri nel comportamento tipico di questo periodo. Per rispondere a questa domanda facciamo un veloce confronto tra le due figure sottostanti, che riportano la densità di scariche (fulmini) rilevate rispettivamente durante il mese di maggio e nella prima settimana di giugno.

Per quanto riguarda la prima mappa, si evidenzia una maggiore concentrazione (con picchi fino a 15 scariche per chilometro quadrato) sul centro Europa, nord Italia e Balcani. La Germania conquista ancora una volta il podio, confermando le  impressionanti testimonianze fotografiche che abbiamo già mostrato più volte in queste pagine.

Densità scariche rilevate nel mese di maggio

Densità scariche rilevate nel mese di maggio

Ma la cosa interessante riguarda proprio la settimana in atto. Considerando solo i 7 giorni che vanno dall’inizio del mese fino a ieri (6 giugno) si contano ben 1 094 207 (leggesi un milione novantaquattromila duecentosette) scariche: si tratta di un valore che si avvicina alla metà di quanto osservato nell’intero mese di maggio, senza contare che questa mappa non prende in considerazione i temporali odierni, che hanno già fatto registrare oltre 30 000 scariche.

Densità scariche rilevate nel mese di giugno

Densità scariche rilevate nel mese di giugno

Ma qual è la causa di tutta questa instabilità che perdura ormai da settimane?

Nonostante esistano diverse risposte, la spiegazione principale riguarda il continuo riscaldamento dell’aria a contatto con il suolo che è avvenuto nell’ultimo periodo. La persistenza di una area di alta pressione centrata sul nord Europa ha infatti permesso all’atmosfera di riscaldarsi efficacemente vicino al suolo, grazie ai flussi di calore provenienti dal terreno, e contemporaneamente di raffreddarsi più in alto, laddove il raffreddamento notturno ha avuto la meglio. Questo ha ulteriormente aumentato l’instabilità della colonna atmosferica, che dipende dalla variazione della temperatura con la quota. 

Non a caso, la mappa delle anomalie termiche, ovvero delle differenze tra la temperatura osservata e la media di riferimento, mostra aree più calde sul centro-nord Europa e zone relativamente più fredde ad ovest. Da notare che la maggior parte dei temporali in questi giorni si sono formati anche grazie ai contrasti tra queste due diverse masse d’aria: basti confrontare la seconda figura con queste anomalie per verificare che le maggiori densità di scariche siano concentrate su questa linea di demarcazione.

Anomalie temperature alla superficie prima settimana di giugno

Anomalie temperature alla superficie prima settimana di giugno

Articolo di Guido Cioni del 07 Giugno 2016 alle ore 18:52

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