Inquinamento luminoso: l’Italia “vince” la medaglia d’argento.

Siamo il secondo Paese più inquinato in assoluto al mondo.

L’inquinamento luminoso ha sempre infastidito gli astronomi e gli astrofili in quanto impedisce di osservare il cielo notturno. Esso tuttavia si ripercuote sugli ecosistemi, sugli organismi notturni e su tutti noi (in termini di salute ed economici). Secondo un recente studio pubblicato su Science Advances, l’Italia sarebbe addirittura al secondo posto, dopo la Corea del Sud per inquinamento luminoso. 

Lo studio di interesse internazionale, è stato condotto da un team guidato dal ricercatore italiano dell’Istituto di scienza e tecnologia dell’inquinamento luminoso (Istil) Fabio Falchi. Questi studi sono svolti “periodicamente” in quanto volti ad aggiornare l’Atlante mondiale della brillanza artificiale del cielo notturno. I risultati sono sconcertanti in quanto mettendo a confronto alcune città italiane con altre estere, con caratteristiche metropolitane simili, si osserva che addirittura ci sono delle nostre città più inquinate di città straniere che hanno addirittura un maggiore numero di abitanti. 

Citando Fabio Falchi “Se confrontiamo ad esempio Milano e Monaco di Baviera vediamo che Milano appare nelle mappe come una macchia brillantissima, mentre Monaco risulta quasi difficile da trovare, proprio perché è molto meno inquinata. Stessa cosa se paragoniamo le aree metropolitane di Roma e Berlino, che ha addirittura più abitanti”.

Sono poche le zone italiane meno inquinate, ed in termini di brillanza i territori più bui si trovano in Sardegna e nel Sud Tirolo, a cui segue la Maremma, qualche regione dell’Appennino e della Calabria. A raggiungere i picchi massimi di inquinamento luminoso è invece la Pianura Padana, la quale, citando il ricercatore, “è una fra le zone più ampie al mondo in cui si è persa la possibilità di vedere la Via Lattea”.

Ma da dove arriva l’elettricità lo sappiamo, ed in Italia più del 60% dell’energia prodotta deriva da fonti fossili tradizionali quali gas, petrolio e carbone, nelle loro varie declinazioni. Questo spiega in parte il forte impatto ambientale e climatico che produciamo illuminando “fin troppo” le nostre città!