Come già accennato nel nostro precedente articolo, dopo qualche giorno di tregua il maltempo tornerà a farci visita a partire dalla giornata di venerdì. Il nostro paese si troverà infatti collocato tra due saccature, ovvero ondulazioni delle correnti in alta quota, e nelle vicinanze dell’alta pressione distesa sul centro Europa. Il serbatoio di aria fredda, pur essendo lontano dal nostro paese, contribuirà ad inviare qualche “spiffero” verso le regioni settentrionali.
Questa aria relativamente fredda tenderà poi a stazionare sulle regioni nord-occidentali, aiutata dalla apparentemente innocua, ma fondamentale, ondulazione delle correnti indotta dalla presenza della catena alpina. Si formerà infatti un’alta pressione (H) che preserverà questo ridotto serbatoio di aria fredda per i giorni a venire, probabilmente grazie anche alla presenza di inversioni termiche. La presenza di aria fredda, unitamente all’avvicinamento di una bassa pressione dal Mediterraneo, favorirà la comparsa di precipitazioni nevose che sfrutteranno il “cuscino” di aria fredda al nord-ovest. Per questo motivo tra i fiocchi non dovrebbe comparire pioggia, almeno fino alla giornata di lunedì.
Cerchiamo ora di farci un’idea più precisa sull’entità degli accumuli. La grafica mostrata di seguito è stata prodotta usando dati provenienti da diversi scenari previsionali che permettono di valutare l’incertezza. La prima immagine ci mostra come le probabilità che gli accumuli superino i 15 cm siano estremamente ridotte, specialmente in pianura. Solo sulle Alpi Liguri e nel cuneese i valori raggiungono un 40-50% di attendibilità.
Tuttavia, i modelli indicano come lo scenario “peggiore” (ovviamente questo dipende dai punti di vista) contenga un massimo accumulo di oltre 50 cm: stiamo parlando di un periodo lungo 24 ore. Anche in questo caso le zone più a rischio sono le Alpi Liguri e i rilievi a confine tra Piemonte e Lombardia.
Per la giornata di sabato le probabilità sono a favore anche delle quote pianeggianti, nonostante i valori rimangano relativamente bassi.
Da notare come lo scenario “peggiore” contenga accumuli fino a 60 cm, mentre la media degli scenari indichi valori più contenuti fino a 20 cm.
Tale previsione è parzialmente confermata dalle elaborazioni del modello europeo (in questo caso stiamo parlando di un solo scenario previsionale) che vedono un accumulo complessivo di 15 cm per il Piemonte ed una linea di demarcazione tra neve e pioggia che si colloca sull’asse Milano-Piacenza-Reggio Emilia.
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