Alle nostre latitudini la maggior parte delle perturbazioni, e quindi in soldoni dei “peggioramenti”, arrivano dall’Atlantico. Non si tratta di una vera e propria “peculiarità” europea ma piuttosto di una semplice conseguenza della circolazione atmosferica che prevede venti provenienti prevalentemente da ovest per le medie latitudini. Per questo motivo le basse pressioni che si formano durante la stagione invernale sull’oceano Atlantico, a causa dei contrasti termici tra l’aria calda proveniente dai tropici e quella fredda in discesa dal polo, tendono sempre ad essere trasportate verso l’Europa.
Fortunatamente il centro delle depressioni atlantiche formatesi oltre i 60° di latitudine raramente riesce a raggiungere il continente europeo e continua quindi a stazionare sull’Atlantico settentrionale dove la bassa pressione va incontro al ciclo di intensificazione e dissipazione. L’animazione delle immagini satellitari acquisite negli ultimi giorni permette di apprezzare appieno questo complesso meccanismo atmosferico. Abbiamo utilizzato immagini in falsi colori che permettono di distinguere (1) l’aria fredda e secca che scende da quote oltre i 10 km (colori rossi-arancioni), e che spesso è precursore della formazione di basse pressioni, e (2) l’aria più calda ed umida presente nei bassi strati (tonalità verdi).
Per facilitare la lettura abbiamo sovrapposto il campo di pressione (linee grigie) osservato alla superficie dalle stazioni meteorologiche disseminate sia su terra che in mare aperto (spesso navi), oltre alle temperature ed i venti (numeri e simboli). Osservate come la bassa pressione sul nord Atlantico si sposta velocemente verso nord andando ad interessare l’Islanda per dissiparsi una volta arrivata sulle coste della Groenlandia.
Il fermo immagine permette di identificare il centro della bassa pressione nei pressi dell’Islanda oltre ad una depressione più blanda sul centro Europa (notate il cambio di colori da verde ad arancione) e alla imponente saccatura che attraversa tutto l’Atlantico fino ad arrivare sulle coste africane (notate il contrasto tra i colori rossi e quelli bianchi legati a nuvole nei bassi strati).
Tale dinamismo è caratteristico di questa stagione e causa spesso un veloce cambiamento delle variabili meteorologiche, specialmente nelle zone affacciate sull’Atlantico. Prendiamo, come esempio, i valori di vento e temperatura misurati in una stazione dell’Islanda, Stórhöfði. Notate l’aumento dei venti registrato a cavallo tra il 30 ed il 31 gennaio, legato all’arrivo della depressione che abbiamo illustrato poc’anzi, con valori massimi prossimi ai 150 km/h.
Infine è possibile osservare il cambiamento nella direzione dei venti tra il 28 ed il 29 gennaio, dovuto all’arrivo della depressione, e il veloce aumento delle temperature da valori prossimi allo zero fino a massime di oltre 6°C. Quest’ultima caratteristica è dovuta all’arrivo di aria calda che viene trasportata proprio dai forti venti in seno alla depressione.
Località | T°C |
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Siracusa | 31° |
Lecce | 31° |
Matera | 30° |
Foggia | 30° |
Agrigento | 30° |
Catania | 29° |
Brindisi | 29° |
Ragusa | 29° |
Crotone | 29° |
Bari | 28° |
Località | T°C |
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Aosta | 13° |
Belluno | 14° |
Bolzano | 17° |
Sondrio | 17° |
Trento | 17° |
Biella | 19° |
L'aquila | 19° |
Cuneo | 19° |
Varese | 19° |
Vicenza | 19° |