Copertura nevosa delle Alpi ancora in negativo a fine 2016, ma meglio del 2015

Sappiamo bene come il 2016 sia stato un anno decisamente negativo per le Alpi. Alle temperature anomale dell’estate si è infatti aggiunto un periodo siccitoso invernale che non ha permesso al manto nevoso di raggiungere la sua normale estensione. Eppure, per quanto triste possa sembrare questo quadro, non è stato peggio di quello osservato nel 2015.

L’immagine sottostante mostra la percentuale di territorio coperta da neve ottenuta utilizzando i dati da satellite a confronto per il mese di dicembre tra 2011 e 2016. È immediato notare come negli ultimi anni (2015 e 2016) l’area si sia praticamente dimezzata, lasciando a secco gran parte dei rilievi occidentali e centrali, soprattutto sul versante italiano.

Copertura nevosa (frazione dell'area totale)

Copertura nevosa (frazione dell’area totale). I quadrati grigi indicano dati mancanti. 

Per avere un’idea più precisa è possibile calcolare l’anomalia, ovvero la differenza tra il valore osservato e la media calcolata sul periodo 2000-2012. Pur trattandosi di un lasso di tempo relativamente breve, i valori sono piuttosto significativi. Concentrandosi sugli ultimi 3 anni si nota infatti come le tonalità rosse, che indicano meno neve del normale, invadano praticamente tutte le aree, compresi gli Appennini.

Anomalia della copertura nevosa (frazione dell'area totale)

Anomalia della copertura nevosa (frazione dell’area totale)

Mettendo a confronto la situazione tra 2015 e 2016 è possibile notare come quest’anno i valori siano stati leggermente superiori, anche se le anomalie rimangono complessivamente negative.

Se si considera un valore mediato sull’intera area alpina per l’intero periodo di misurazione è possibile notare la diminuzione degli ultimi anni. Tra 2015 e 2016 la percentuale non ha superato il 20% mentre pochi anni fa, nel 2012, si arrivava tranquillamente al 60%. 

Andamento temporale della copertura nevosa sulla zona alpina

Andamento temporale della copertura nevosa sulla zona alpina

Un’altra conseguenza dell’aumento termico e della reiterata mancanza di precipitazioni sui rilievi alpini.

Articolo di Guido Cioni del 15 Febbraio 2017 alle ore 17:46

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