Il deserto, si sa, è pieno di sabbia. Tuttavia, i granelli di sabbia sono troppo pesanti per essere efficacemente trasportati dal vento su lunghe distanze. Quello che spesso succede, invece, è che polveri più sottili, probabilmente dovute alla rottura di granelli più grandi in piccole parti, riescono ad essere “catturate” da venti che possono spirare sulle zone desertiche dell’Africa centro-settentrionale.
Questo avviene spesso quando le basse pressioni provenienti dall’Atlantico riescono ad insinuarsi a latitudini più meridionali, favorendo il richiamo di venti che arrivano fin sul Mediterrano. È proprio questa la configurazione che è andata delineandosi in questi ultimi giorni sul continente africano. In questo caso il richiamo di aria dai deserti africani è stato talmente potente da permettere di vedere la polvere anche dallo spazio, come mostra l’immagine sottostante.
Abbiamo utilizzato l’immagine in alta risoluzione proveniente dal satellite polare AQUA, che ha un’orbita decisamente più bassa rispetto a ai satelliti geostazionari (circa 39.000 km di distanza radiale dal centro della Terra).
Nella giornata odierna la polvere si è spinta fin sulle nostre regioni, come si può osservare dall’ingrandimento dell’immagine satellitare sul Tirreno e sulla penisola italiana. Notate l’alta concentrazione di polveri sulla Sardegna, la superficie si vede a malapena!
Il modello dell’università di Atene mostra chiaramente la concentrazione delle polveri in atmosfera, che è massima proprio sul Mediterraneo centrale.
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