Qualche giorno fa Greenpeace ha pubblicato una notizia sulla propria bacheca Facebook secondo cui la grande barriera corallina australiana sarebbe ufficialmente “morta”. Pur riconoscendo la salute cagionevole dei coralli che compongono questo straordinario ecosistema naturale, occorre sottolineare come una notizia del genere sia decisamente fuorviante e non affronti il nocciolo della questione.
Ma facciamo qualche passo indietro. Le barriere coralline sono uno degli ecosistemi più a rischio in un mondo sempre più caldo ed inquinato. Per capire questo occorre comprendere che la vita di un corallo è legata alla presenza di una alga microscopica (chiamata Zooxanthellae) che vive nei tessuti ed è fonte di cibo, oltre a donargli il colore acceso che vediamo spesso in foto o video. L’aumento delle temperature delle acque oceaniche, unito anche alla maggiore acidità, ha causato nel tempo un’alterazione di questa relazione simbiotica costituito dall’abbandono delle alghe.
Senza queste alghe i coralli sono destinati a morte certa data la mancanza della principale fonte di cibo e protezione, un processo che porta anche alla perdita del colore, come mostrato dalle foto sottostanti (click per ingrandire).
Queste foto sono state scattate proprio nella grande barriera corallina australiana dove la situazione ha ormai raggiunto livelli critici. Negli ultimi anni la soglia di rischio relativa allo sbiancamento dei coralli è stata raggiunta in molteplici occasioni, probabilmente proprio a causa delle alte temperature. L’animazione che vi mostriamo di seguito mostra proprio il livello di rischio calcolato utilizzando dati da satellite relativo agli ultimi 90 giorni.Ancora più impressionante è il grafico che mostra la serie temporale delle temperature superficiali marine e del rischio di sbiancamento per gli ultimi 16 anni. Notate come negli ultimi 2 anni la temperatura sia rimasta costantemente al di sopra del valore di riferimento (simboli + blu), così come il rischio di sbiancamento sempre maggiore della prima soglia di allerta.
In conclusione, pur essendo vero che la situazione è critica, dato che una grande percentuale (maggiore dell’80%) della barriera corallina è a rischio sbiancamento solo una piccola percentuale (circa 20%) è ufficialmente morta. Le cause sono quasi interamente riconducibili al fenomeno del riscaldamento globale dato l’innalzamento delle temperature marine.
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