Nelle ultime 24 ore social e trasmissioni televisive si sono riempite di discussioni sul “gelicidio”. Tuttavia, quello che sarebbe potuto diventare momento di approfondimento scientifico, è sfociato in una becera presa di posizione da parte di persone che, pur non conoscendo la terminologia meteorologica, hanno ritenuto corretto sostenere che il termine fosse stato “inventato per creare panico”. La realtà dei fatti, ovviamente, è ben diversa.
La parola gelicidio, infatti, esiste da sempre nella terminologia scientifica e meteorologica, tanto che viene riportata persino sull’enciclopedia Treccani, come mostrato di seguito. Voce che è facilmente raggiungibile con pochi click su google e che quindi non richiede alcuna laurea per essere compresa.
Come sostenuto nell’enciclopedia si tratta di un fenomeno poco comune (ma non estremamente raro come gli ultimi inverni ci hanno insegnato) che si verifica quando strati caldi in atmosfera causano una fusione prematura del fiocco di neve che cade come pioggia e si congela al contatto con un suolo caratterizzato da temperature inferiori a 0°C.
Si tratta di un fenomeno estremamente pericoloso dato che qualsiasi superficie si ricopre di uno spesso strato ghiacciato che può raggiungere anche diversi centimetri di spessore, come mostrato dalle immagini sottostanti scattate ieri al nord Italia.
Le miscele di sale e ghiaia che spesso si usano per rendere le strade percorribili in caso di nevicate non sono in grado di arrestare tale processo che quindi non è destinato ad estinguersi fino a che non si interrompono le precipitazioni. Negli ultimi 2 giorni il gelicidio ha provocato diversi disagi alla circolazione stradale che rimane ancora bloccata su molte delle strade statali che collegano Piemonte e Liguria. Oltre 200 millimetri di pioggia sono caduti in alcune località piemontesi con temperature inferiori allo zero, causando la comparsa di un notevole strato di ghiaccio su tutte le superfici.
Ma i danni non si fermano qua!
La persistenza delle precipitazioni può provocare la rottura di arbusti ed alberi, sopraffatti dal peso del ghiaccio. Insomma, si tratta di un fenomeno sul quale bisognerebbe riflettere piuttosto che sparare a zero senza avere le competenze per farlo.
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