Completiamo la trattazione delle più importanti teleconnessioni stratosferiche con la QBO (Oscillazione Quasi Biennale). In cosa consiste questa oscillazione i cui effetti producono influenze meteo-climatiche, fondamentali anche per definire la compattezza del Vortice Polare? Scopriamolo insieme…
L’Oscillazione Quasi Biennale (QBO) è una teleconnessione stratosferica e, come il NAM affrontato nel precedente appuntamento relativo al percorso didattico, va ad influenzare lo stato di forma del Vortice Polare in Stratosfera andando a condizionare, talvolta, anche le quote troposferiche. Capiamo quindi che l’oscillazione di questa teleconnessione, espressa dal suo relativo indice, può andare ad apportare influenze meteo-climatiche a larga scala. Ma in cosa consiste questo fenomeno di oscillazione?
La QBO caratterizza la circolazione stratosferica tropicale e consiste in una periodica inversione dei venti zonali, ossia di quei venti diretti lungo i paralleli. Tale oscillazione del campo dei venti nella stratosfera è evidenziata effettuando una media della direzione e dell’intensità dei venti nella fascia tropicale dalla quale si va a sottrarre l’effetto stagionale. Si osserva così una progressiva discesa verso quote basse di venti occidentali e di venti orientali : rimanendo ad una quota fissa il vento cambia direzione con un periodo medio leggermente superiore ai 2 anni e compreso solitamente tra i 24 e i 30 mesi.
– La fase caratterizzata dai venti occidentali in propagazione è nota come fase positiva della QBO. Con tale fase il Vortice Polare a quote stratosferiche e troposferiche può tendere ad approfondirsi e a raffreddarsi più facilmente, risultando molto compatto e vigoroso. Sarà più probabile quindi assistere, a fenomeni di Stratcooling (con NAM oltre la soglia di +1.5) durante il semestre freddo dove il Vortice Polare risulta più esteso per via della stagionalità. Tale fase può influenzare la frequenza dei cicloni tropicali che si formano stagionalmente in Atlantico : il numero di uragani che si forma in questo bacino, infatti, risulta essere mediamente maggiore con possibili conseguenze anche sulla corrente a getto polare che si rafforza sensibilmente. Tenderemo ad avere, quindi, maggiori possibilità per un semestre mediamente più mite in Italia e Mediterraneo con limitate irruzioni fredde artiche meridiane e antizonali, a favore di una circolazione dominata maggiormente dalle correnti occidentali.
– La fase caratterizzata dai venti orientali in lenta discesa dalle quote più alte è nota come fase negativa della QBO. Durante le fasi negative si ha un incremento delle temperature in Stratosfera (più probabili gli Stratwarming con NAM negativo anche oltre la soglia di -3.0), con flussi di calore in risalita dagli anticicloni con conseguenziale Vortice Polare più debole, allungato e più predisposto per irruzioni artiche e continentali anche verso le medie latitudini e Mediterraneo. Tenderemo ad avere, quindi, maggiori possibilità per un semestre mediamente più freddo in Italia e Mediterraneo.
Il passaggio più veloce mai osservato da una fase positiva ad una fase negativa della QBO è stato quello che, nel 1959 -1961 è durato solo 20 mesi, mentre il più lento è quello del 1984-87, della durata di ben 36 mesi come è apprezzabile dalla seguente immagine :
Per quest’inverno, appena cominciato, che fase di QBO abbiamo?
Nel corso dell’estate si è registrato, ufficialmente, il cambiamento di fase della QBO da positiva a negativa, fase che in questi ultimi mesi è andata ancor più approfondendosi come possiamo notare dal grafico, che mostra l’andamento della QBO a 30 mb in questo 2017.
La fase negativa, come ben sappiamo, è contraddistinta da venti orientali nella stratosfera tropicale. Le probabilità di avere un Vortice Polare disturbato, meno compatto, con azioni meridiane ed antizonali, quindi crescono. La corrente a getto tende a diminuire favorendo maggiormente la risalita anticiclonica azzorriana in Atlantico ed Europa occidentale. Se fino ad ora quindi, mediamente abbiamo avuto un mese di dicembre molto dinamico proprio con simili scenari, è dovuto anche alla fase favorevole di tale teleconnessione, accompagnata, chiaramente, anche da altri aspetti.
Nel prossimo articolo andremo a trattare le teleconnessioni troposferiche, segnatamente gli indici AO e NAO e la loro forte influenza meteoclimatica per l’area mediterranea con il loro cambiamento di fase. Sono teleconnessioni importantissime, in quanto sono troposferiche e quindi a noi più vicine. Restate connessi su www.meteoindiretta.it
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