Donald Trump, da sempre acceso contestatore della teoria sull’attribuzione umana del riscaldamento globale, dimostra ancora una volta di non conoscere la differenza tra scienza e fantasia. In un tweet pubblicato il 29 dicembre il presidente degli Stati Uniti sostiene infatti che le basse temperature misurate nella parte est degli stati uniti sono in contrasto con il riscaldamento globale. Una teoria strampalata e completamente sbagliata. Vediamo perché.
Lo scorso 29 dicembre Donald Trump ha pubblicato un tweet piuttosto controverso che vi riportiamo di seguito.
Ed ecco la traduzione in italiano.
Nell’Est (degli Stati Uniti, ndr) potrebbe essere la vigilia di Capodanno più fredda di sempre. Magari ci farebbe comodo un po’ di quel buon vecchio riscaldamento globale per cui il nostro paese, e non altri, avrebbe dovuto pagare miliardi di dollari in protezione. Copritevi!
Nel tweet Trump sostiene come la persistenza di temperature polari su gran parte degli Stati Uniti sia una dimostrazione inequivocabile dell’inesistenza del riscaldamento globale. Questa affermazione, che generalmente dovrebbe essere relegata alle chiacchiere da bar, è completamente sbagliata dal punto di vista scientifico.
È forse giusto, in una giornata di neve, guardare fuori dalla finestra e dire “dov’è il riscaldamento globale?”.
In effetti, nonostante sia corretto dire che le temperature misurate negli Stati Uniti negli ultimi giorni siano estremamente più basse del normale, occorre precisare come questa tendenza si riferisca ad una determinata area del globo e ad un determinato lasso temporale.
Analizzando la mappa sottostante, che mostra la differenza tra le temperature misurate e la media di riferimento per il periodo 1981-2010, si nota come il freddo presente sugli stati uniti (-) sia bilanciato dalle temperature ben più alte della media (+) misurate sul continente euro-asiatico.
Un bilancio che, a livello globale, porta un’anomalia positiva di quasi mezzo grado. In altre parole, il freddo degli stati uniti non è altro che una goccia fredda in un mare caldo. L’effetto complessivo? Un mare leggermente meno caldo!
Bisogna inoltre considerare come questo periodo freddo abbia riguardato un periodo di poche settimane, niente in confronto alle scale di tempo annuali che vengono usate per stabilire variazioni climatiche. Le temperature misurate oggi, ieri o 1 settimana fa non sono altro che le piccole oscillazioni della linea nera nella figura sottostante. Oscillazioni che, alla fine dei 365 giorni, portano una media pressoché costante.
Esiste una frase in letteratura che riassume efficacemente questo concetto.
Climate is what you expect, Weather is what you get.
Il clima è quello che ti aspetti, il tempo quello che ti “becchi”.
Insomma, il meteo è rappresentato dalle variazioni giornaliere di temperatura, vento, pioggia, etc… Il clima, invece, è costituito dalle stesse variazioni ma mediate su scale di tempo molto più ampie dell’ordine di anni, decenni o addirittura secoli.
La prossima volta prima di twittare non sarebbe meglio consultare un libro?
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