Negli ultimi giorni non si fa che parlare della pesante irruzione di aria fredda che interesserà buona parte dell’Europa e parte del nostro paese a partire dal weekend. Tuttavia pochi si soffermano a pensare che, se da un lato l’aria molto fredda è costretta a scendere verso sud, dall’altro un volume pressoché uguale di aria calda deve salire verso le regioni polari. L’arrivo di aria fredda da est non è infatti uno dei moti “normali” legati alla circolazione atmosferica delle nostre latitudini, caratterizzata da moti diretti da ovest verso est. Cosa comporterà quindi questa ondata fredda per le regioni polari?
Una prima risposta a questa domanda ce la fornisce la previsione di uno dei modelli globali per il prossimo 26 febbraio. Nell’immagine che vi mostriamo di seguito abbiamo riportato la previsione della temperatura a circa 1500 metri di quota (scala colorata) insieme alla circolazione dei venti in alta quota (circa 5 km). Alla discesa di aria fredda diretta dalle regioni artiche verso l’Europa si contrappone una risalita di aria calda sull’oceano atlantico che arriva a lambire l’Islanda e persino le Svalbard.
Una vera e propria “vampata” di aria calda che farà schizzare i termometri su valori positivi, circostanza alquanto inusuale per queste regioni. Ce lo conferma anche la mappa delle anomalie di temperatura, ovvero delle differenze tra la temperatura osservata e la media (valore “normale”) del periodo, che prevede per i prossimi 7 giorni temperature oltre 10°C superiori alla media.
Una previsione simile va interpretata alla luce della situazione preoccupante in cui vessano le regioni artiche ormai da anni. L’aumento delle temperature medie globali sta infatti incidendo localmente in maniera sostanziale sulle regioni artiche, specialmente nella stagione invernale. Come mostrato dall’immagine sottostante negli ultimi 3 anni (linea blu, viola e rossa) le temperature nella stagione invernale si sono mantenute quasi sempre al di sopra della media (line azzurrina) con anomalie che hanno superato in più occasioni i 15 gradi di scarto.
Una situazione che continua a mettere in pericolo la sopravvivenza della banchisa artica, già duramente colpita da perdite di volume e superficie nell’ultimo decennio.
Questo breve esempio dimostra, tra le altre cose, come neve e gelo in una parte del mondo non discreditino la teoria del riscaldamento globale: se aria fredda scende c’è sempre una zona dove aria calda è costretta a salire. Purtroppo negli ultimi anni questi due effetti non si compensano più.
Località | T°C |
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Siracusa | 31° |
Lecce | 31° |
Matera | 30° |
Foggia | 30° |
Agrigento | 30° |
Catania | 29° |
Brindisi | 29° |
Ragusa | 29° |
Crotone | 29° |
Bari | 28° |
Località | T°C |
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Aosta | 13° |
Belluno | 14° |
Bolzano | 17° |
Sondrio | 17° |
Trento | 17° |
Biella | 19° |
L'aquila | 19° |
Cuneo | 19° |
Varese | 19° |
Vicenza | 19° |