Cambiamento climatico: allarme per l’Artico

L’Artico diventa un “nuovo oceano”. Le conseguenze dell’impatto climatico sono fonte di grande preoccupazione.

 

E’ quanto emerge dal nuovo rapporto “Getting it right in a new ocean”, rilasciato dal Programma Artico del WWF e pubblicato in occasione della Conferenza “Sustainable Blue Economy” tenuta in questi giorni a Nairobi. Il cambiamento climatico globale sta causando un progressivo scioglimento dei ghiacciai che sta trasformando l’Artico in un “nuovo oceano”, fenomeno che avrà un profondo impatto sulla biodiversità di tutta la regione. Il rapporto evidenzia come le scelte convenzionali al crescente sviluppo economico costituiscano un’enorme minaccia per questo ecosistema già precario e sottolinea l’importanza di raggiungere soluzioni sostenibili quanto prima. Preservare un’alta biodiversità dell’ambiente artico è di fondamentale importanza, poiché le numerose specie animali presenti (34 di mammiferi marini, 633 di pesci) saranno sempre più in conflitto con le attività industriali, costrette a condividere gli spazi con trasporti marittimi più presenti ed esposte, quindi, ad un rischio sempre maggiore di essere danneggiate da inquinamento sottomarino, sversamenti di petrolio e altre attività invasive sul territorio. Senza contare che la popolazione che abita le coste dell’Artico conta 4 milioni di persone, la cui maggioranza vive di pesca e dipende dalle condizioni e dell’abbondanza degli stock ittici di questi mari. Molte specie marine che sono già in difficoltà a causa della pesca eccessiva sono destinate ad una condizione ancora più precaria per via dell’impatto negativo del cambiamento climatico. Di conseguenza, anche la sopravvivenza dei popoli indigeni che vivono di pesca è fortemente minacciata.
Il rapido cambiamento climatico a cui stiamo andando incontro è oggi fonte di grandi preoccupazioni e causa principale di una crescente accessibilità dell’Oceano Artico. Come afferma Simon Walmsley, direttore sviluppo sostenibilità del Programma Artico di WWF, “l’Artico rimane una regione remota, un posto rischioso per fare business. Applicando un approccio sostenibile, prima che si avviino imponenti attività di business, possiamo aiutare a prevenire gli impatti più negativi per questo ecosistema estremamente vulnerabile”.

Articolo di Erika del 29 Novembre 2018 alle ore 15:00

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