Alpi italiane senza neve, Austria e Svizzera sommerse. Fenomeni di Stau e Föhn

Negli ultimi giorni il Nord Italia è stato più volte interessato dai venti secchi di Föhn. Questo fenomeno si verifica in presenza di un ostacolo orografico e produce un aumento deciso delle temperature nel settore sottovento. In concomitanza il lato sopravento con l’effetto Stau sperimenta intense precipitazioni.

 

Questa foto è stata scattata il 15 gennaio in Austria. Qui, anche se ora la situazione sta migliorando, il rischio valanghe è altissimo. Le Alpi italiane intanto stanno sperimentando da diverse settimane un periodo di siccità.

Saalbach - Hinterglemm, Austri, 15 gennaio

Saalbach – Hinterglemm, Austria, 15 gennaio. Fonte: Severe Weather Europe

Infatti più volte nel mese di dicembre e gennaio correnti settentrionali perpendicolari alla catena alpina hanno prodotto il fenomeno dello Stau e del  Föhn , generando ingenti precipitazioni sul lato austriaco e svizzero delle Alpi e tempo caldo e secco sul lato italiano.

Emblematica la mappa del 14 gennaio relativa alle temperature al suolo in Italia, in cui si evidenziano valori termici molto elevati, in particolar modo nel settore nord-occidentale.

Temperatura 2 m 14 gennaio

Temperatura 2 m 14 gennaio, Fonte: meteonetwork

Spieghiamo più nel dettaglio il perché di questi valori termici: il Föhn è un vento secco e caldo che si instaura quando una massa di aria incontra un ostacolo orografico, ad esempio la catena alpina. Quando il vento incontra una particolare conformazione orografica è costretto a risalire lungo le sue pendici, andando incontro ad espansione e successivo raffreddamento. Questo comporta il raggiungimento delle condizioni di saturazione della massa d’aria che scarica la precipitazione lungo il versante sopravento. Questo vento di risalita è detto Stau e , come anticipato, ha interessato principalmente Austria e Svizzera nelle prime due settimane di gennaio.

Durante la risalita il processo di condensazione e la liberazione di calore latente rallenta la diminuzione di temperatura dell’aria con la quota, seguendo il cosiddetto gradiente adiabatico saturo (diminuzione di circa 6 °C per Km). Nella successiva discesa lungo il versante sottovento la compressione dell’aria, ora privata di buona parte del suo vapore, provoca un aumento più rapido della temperatura, questa volta di circa 10 °C per Km (segue il gradiente adiabatico secco). Quindi l’aria, inizialmente ad una certa temperatura sul versante sopravento, raggiunge il versante sottovento ad una temperatura molto più elevata. Questa aria calda e secca genera i venti di caduta (Föhn) che di conseguenza apportano un aumento deciso delle temperature nelle zone interessate.

Modello semplificato di vento di Stau e Föhn

Modello semplificato di vento di Stau e Föhn

 

In generale, lo stesso fenomeno può verificarsi a ruoli invertiti su entrambi i lati delle Alpi e può interessare anche gli Appennini. Infine, i venti di Föhn possono raggiungere raffiche considerevoli: negli ultimi giorni alcuni impianti sciistici in provincia di Torino sono stati costretti a chiudere momentaneamente per raffiche che superavano i 100 Km/h.

 

Articolo di Stefano Della Fera del 17 Gennaio 2019 alle ore 10:02

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