Un’isola remota nel Sud dell’Oceano Pacifico ricoperta da 18 tonnellate di plastica. Come si spiega?
Intanto, pochi giorni fa, 30 multinazionali hanno dichiarato di volere investire 1,5 miliardi di dollari per limitare l’inquinamento da plastica dei mari.
Una foto divenuta tristemente celebre immortala una spiaggia bianca, desolata, nella quale rifiuti di ogni genere sembrano essere parte integrante del paesaggio.
La drammaticità della foto, risalente allo scorso anno, risulta ancora più estrema se si scopre che questa spiaggia si trova sull’isola corallina di Henderson, nel cuore del sud dell’Oceano Pacifico.
Un’isola completamente disabitata, parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco dal 1988 e che ora viene definita il luogo più remoto e inquinato al mondo.
Come è possibile che bottiglie di plastica provenienti dalla Germania, contenitori prodotti in Canada siano giunti in un luogo tanto distante?
Quando i rifiuti, in particolare costituiti da plastica, finiscono nei mari e negli oceani possono essere trasportati per migliaia di chilometri sotto la spinta delle correnti.
Per avere un’idea più dettagliata guardiamo un video della NASA in cui risalta con grande chiarezza l’efficienza del trasporto delle masse di acqua negli oceani. Nella sua prima parte, i puntini bianchi rappresentano la posizione delle boe galleggianti rilasciate in mare negli ultimi 35 anni dalla NOAA per raccogliere dati. Nella seconda parte, tramite una simulazione numerica, si conferma ulteriormente la tendenza dei punti analizzati a concentrarsi in particolari zone. Lo stesso accade ai rifiuti che finiscono in mare, i quali accumulandosi, formano le cosiddette garbage patches, vere e proprie isole galleggianti di plastica.
Intanto, a proposito di inquinamento da plastica, una buona notizia arriva proprio da alcune multinazionali che per anni hanno contribuito alla creazione del problema. Si tratta di un’alleanza antiplastica (ALLIANCE TO END PLASTIC WASTE) che si traduce in un investimento di 1,5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per promuovere il riciclo e il riutilizzo di tali rifiuti. Particolare attenzione è rivolta al continente asiatico i cui fiumi risultano tra i più inquinati al mondo: il 90% di tutti i rifiuti presenti in mare sono introdotti da soli 10 fiumi, e di questi 8 si trovano in Asia.
Questa iniziativa spinge nella direzione giusta, ma per avere effetti concreti deve tradursi in tempi brevissimi in un piano globale coordinato. Nessuno è estraneo al problema, e per evitare di affrontarlo, non basta più scappare nell’isola più remota del pianeta.
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