Curiosità meteo: le nubi di Kelvin-Helmholtz

Scopriamo quale meccanismo fisico si nasconde nella formazione di queste nubi e in quali condizioni possono essere visibili.

Talvolta, anche se accade di rado, nel cielo limpido capita di imbattersi in nubi molto simili ad onde con creste ben definite. Possono svilupparsi a quote molto diverse e per lunghezze molto variabili. Questa forma così particolare tradisce uno specifico meccanismo fisico alla base, che ha bisogno di specifici ingredienti per verificarsi.

kelvin-helmoltz

Innanzitutto devono essere presenti flussi di aria che si muovono in direzione opposta, oppure, nella stessa direzione ma a velocità differenti. Ma non basta: le masse di aria che costituiscono questi flussi devono anche pesare in modo diverso, cioè devono essere caratterizzate da diverse densità. Il fenomeno ovviamente è valido per i fluidi in generale e può essere anche immaginato come uno scivolamento relativo tra due liquidi che hanno una superficie di contatto.

Solo a questo punto si può innescare la cosiddetta instabilità di Kelvin-Helmholtz da cui prendono il nome queste nubi: una piccola perturbazione lungo questa zona di contatto produce un’instabilità crescente e le due masse di aria prendono a mescolarsi.

kelvin-helmoltz1

L’esperimento nel video rende chiaro il meccanismo: due liquidi di densità diversa vengono fatti scorrere parallelamente fino a quando l’instabilità si innesca dando vita al fenomeno. L’orientazione delle creste dipende dalla direzione dei flussi di aria in movimento. L’acqua colorata di arancione (salata e più densa) scorre verso il basso da destra a sinistra mentre nella parte superiore l’acqua dolce (meno densa) sale verso l’alto muovendosi da sinistra a destra, dando vita al moto relativo tra i due strati.

 

L’unica differenza tra il caso generale e il caso delle nubi sta nel fatto che per poter vedere la nube è necessario che si verifichi la condensazione del vapore acqueo contenuto nell’aria. Nelle giuste condizioni, a seguito della perturbazione, l’aria che scorre in basso infiltrandosi nello strato superiore satura e condensa dando vita alla nube. Intanto lo scorrimento del flusso superiore dell’aria piega le creste dando vita alla forma caratteristica che vediamo. Questo spiega anche perché la base della nube è piatta: le condizioni necessarie alla condensazione e quindi alla formazione della nube sono presenti solo da quella specifica quota, chiamata lifting condensation level.

Articolo di Stefano Della Fera del 25 Gennaio 2019 alle ore 17:54

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