Il timido aumento di energia pulita in Italia sembra essere dovuto soprattutto a condizioni climatiche favorevoli. Di questo passo si può aspirare a un massimo del 22% a fronte di un obiettivo europeo del 32%.
Secondo il rapporto Energia da fonti rinnovabili in Italia pubblicato dal Gse, l’apporto di energia da fonti rinnovabili nel Paese è lievemente aumentato nel 2017, raggiungendo il valore del 18,3% della quota complessiva. L’aumento interessa i trasporti, l’elettricità e il settore termico, dove si vedono i risultati migliori. Nel complesso si è parlato di una discreta performance, che però sembrerebbe frutto del caso piuttosto che di precise politiche industriali. Secondo il Gse, infatti, le prestazioni migliori sono legate ad una condizione climatica favorevole, che ha favorito la produzione fotovoltaica e un maggior consumo diretto di biomassa nel settore residenziale. Di contro, le scarse precipitazioni del 2017 hanno determinato una netta diminuzione della produzione di energia rinnovabile da fonti idriche.
È chiaro che affidarsi alle condizioni meteo non è la strada giusta per progredire nel settore delle rinnovabili, né tanto meno contrastare il cambiamento climatico. Il Gse afferma inoltre che negli ultimi cinque anni i consumi energetici soddisfatti da fonti rinnovabili sono cresciuti del 0,3% sulla media annua, ma allo stesso tempo si è assistito ad una diminuzione dei consumi stessi. Di questo passo nel 2030 l’Italia raggiungerebbe un obiettivo del 22%, piuttosto lontano dall’obiettivo europeo del 32% prefissato alla Cop24.
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