Il progetto industriale è il più dannoso nella storia norvegese, che prevede lo scarico dei rifiuti minerari direttamente in mare.
Noncurante delle opposizioni e dei problemi relativi al riscaldamento globale, il governo norvegese ha approvato un piano per l’estrazione di rame nell’Artico, che consentirà alle compagnie petrolifere di insediarsi in un luogo finora preservato da queste attività fortemente inquinanti e distruttive. L’apertura della miniera, per ironia della sorte, è resa possibile dallo scioglimento dei ghiacciai, che ha consentito il passaggio alle navi in habitat incontaminati e aperto opportunità commerciali per l’estrazione di risorse nel territorio. Rispetto al resto del Pianeta, l’Artico si sta surriscaldando al doppio della velocità e la tendenza suggerisce che sarà completamente libero dai ghiacci intorno al 2050. L’avvio del progetto norvegese apre un nuovo preoccupante capitolo di distruzione ambientale a danno di un ecosistema fragilissimo già fortemente minacciato dalle attività umane, che non farà altro che alimentare la situazione disastrosa che riguarda tutto il Pianeta.
La miniera verrà aperta a Kvalsund, un villaggio di circa 1.000 abitanti che vivono in casette di legno sul Repparfjord. Secondo le stime, l’area contiene circa 72 milioni di tonnellate di rame e attualmente costituisce la più grande riserva della Norvegia. Il piano è stato autorizzato senza tener conto della forte disapprovazione dei locali, che hanno espresso la loro indignazione e la decisione di ricorrere a vie legali per fermare lo scempio. Il timore più grande è che il programma si possa espandere nel tempo coinvolgendo altri siti minerari e contribuendo a un forte deterioramento del territorio.
Il dato più scandaloso del progetto riguarda lo scarico dei rifiuti minerari, che avverrà nella costa del Repparfjord. La Norvegia è infatti l’unico paese europeo e uno solo tra 5 nel mondo a consentire alle compagnie minerarie di sversare i rifiuti direttamente in mare. Si parla di una media di 2 milioni di tonnellate di metalli pesanti all’anno, nello stesso fiordo protetto per la conservazione del salmone atlantico, la cui riproduzione sarebbe fortemente minacciata. Si può dire che il progetto sia il più dannoso nella storia della Norvegia, eppure questo non sembra preoccupare il ministro dell’industria norvegese Torbjoern Roe Isaksen, che promette nuovi posti di lavoro e competenze, affermando che il piano di estrazione contribuirà positivamente alla comunità locale. Un piano che, in un clima di emergenza planetaria, privilegia esclusivamente i profitti.e
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