Secondo l’amministratore delegato del Malaysian Palm Oil Council le motivazioni della Commissione europea non sono valide in termini tecnici, scientifici e commerciali.
Determinata a mantenere saldo il proprio trend di produzione, la Malesia presenterà nei prossimi giorni argomenti legali e tecnici contro il piano della Commissione europea per limitare l’uso dell’olio di palma. Il programma UE prevede la graduale eliminazione dell’olio di palma dai carburanti e dai prodotti alimentari sulla base del noto impatto ambientale di questa produzione, che implica pericolose deforestazioni e la conseguente distruzione di habitat di specie a rischio. Apportare un radicale cambiamento a questo dannoso sistema di produzione è al centro degli obiettivi climatici della Commissione, ma ciò non sembra convincere il portavoce della protesta contro questo piano, Kalyana Sundram, amministratore delegato del Malaysian Palm Oil Council (MPOC). Dopo il recente dibattito tra UE e paesi produttori in merito ad una possibile abolizione dell’olio di palma, Sundram ha dichiarato di non trovare valide le motivazioni della Commissione e che la sua agenzia ha individuato diverse lacune negli argomenti proposti, per cui ha pianificato una forte risposta per l’8 marzo. “Stiamo preparando una lista molto ampia delle nostre preoccupazioni, valutazioni legali e tecniche del progetto. Il nostro commento mette in luce queste lacune, è scientifico, tecnico, legato al commercio”, ha affermato in un’intervista. “L’Unione europea dovrebbe tenere conto degli sforzi di coltivazione sostenibile e rendimento produttivo della Malesia. […] Chiediamo all’UE di vedere l’olio di palma non solo come danno causato dalla deforestazione, ma in relazione a gestione e risultato in una specifica regione geografica” continua Sundram. “Vi invitiamo a vedere cosa accade sul terreno in Malesia. Se abbiamo torto, ci correggeremo in collaborazione con l’UE. Questa è l’offerta che abbiamo sul tavolo”.
In vista delle elezioni parlamentari europee che si terranno a maggio, l’esecutivo dell’UE sta cercando – con la massima urgenza – di portare a termine la legge per il 14 marzo, dando al Parlamento europeo i due mesi necessari per esaminare e eventualmente opporsi all’atto.
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