Quanto inquinano gli smartphone?

Uno studio afferma che nel 2040 l’industria delle ICT potrebbe raggiungere un contributo del 14% alle emissioni globali, pari a metà di quello dei trasporti.

Per quanto sia irrisorio il consumo di energia per uno scambio di dati tra dispositivi digitali, questo richiede un numero spropositato di trasmissioni, che coinvolge non solo il dispositivo utilizzato, ma l’intera infrastruttura del trasporto di dati, spesso inter-continentale. Un sms, un’e-mail, una chiamata, un download di media sono tutte operazioni che richiedono indirettamente un notevole consumo di energia, in gran parte ancora generata da combustibili fossili.

Una ricerca effettuata da Lotfi Belkhir e Ahmed Elmeligi della W Booth School of Engineering Practice Technology ha preso in esame i dispositivi delle ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) quali smartphone, laptop, tablet, computer, data center e reti comunicative nate a partire dal 2005 per studiarne l’impatto ambientale. I risultati hanno evidenziato un consumo spropositato di energia e un contributo alle emissioni di carbonio superiori a quanto rilevato in precedenza, soprattutto a causa della produzione di nuovi dispositivi. Trattandosi inoltre di un settore in costante crescita, con il trend attuale si potrebbe raggiungere nel 2040 un contributo alle emissioni globali del 14%, pari a metà dell’intero settore dei trasporti mondiale.

Il dato più preoccupante riguarda gli smartphone, che nonostante consumino molta meno energia dei computer per funzionare, sono responsabili di emissioni decisamente superiori. Questo accade in gran parte nel processo di produzione, che per di più avviene con frequenza maggiore. Di fatto la produzione di alcuni componenti degli smartphone richiede l’impiego di metalli preziosi estratti a costi molto elevati, cosa non trascurabile se si considera che i produttori impongono tacitamente una durata media del dispositivo che non supera i due anni. In un’era in cui si prevede un progressivo semi-rimpiazzo dei computer da parte degli smartphone, non si può certamente sottovalutare questi dati, soprattutto considerando che sostituzioni e riparazioni sono svalutate dall’abbreviarsi del ciclo di vita di questi prodotti, sempre più presenti e “necessari” nelle nostre vite.